La Corte di Cassazione si è espressa sul troncone giudiziario dell’Operazione Rinascita Scott, uno dei più vasti procedimenti contro la criminalità organizzata nel Vibonese, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Il maxi blitz, scattato il 19 dicembre 2019, aveva portato all’arresto e all’incriminazione di centinaia di imputati ritenuti affiliati o vicini ai clan della zona. Questo troncone aveva una 60ina di imputati.
Con la pronuncia depositata in questi giorni, la Suprema Corte ha confermato l’esistenza del reato di associazione mafiosa, ritenendo solida la struttura criminale smantellata dalla DDA. Tuttavia, ha annullato con rinvio la sentenza d’appello per diversi imputati, ordinando alla Corte d’Appello di Catanzaro un nuovo processo finalizzato alla rideterminazione delle pene.
Cade l’aggravante del “vantaggio mafioso”
Uno degli aspetti centrali della decisione riguarda l’articolo 416-bis, comma 6 del codice penale, ovvero l’aggravante del vantaggio derivante dalla partecipazione a un’associazione mafiosa. Secondo i giudici della Cassazione, in diversi casi non è stato dimostrato sufficientemente il beneficio personale ottenuto dagli imputati grazie all’appartenenza all’organizzazione criminale. Di conseguenza, tale aggravante è stata esclusa per numerosi soggetti, influenzando la determinazione della pena.
I nomi degli imputati coinvolti nel nuovo appello
Tra coloro per i quali si dovrà celebrare un nuovo giudizio d’appello figurano Gregorio Gasparro, Maria Carmelina Lo Bianco, Vincenzo Mantella, Giovanni Rizzo, Antonio Patania, Andrea Prestanicola e Giuseppe Scriva. Per questi imputati sarà la Corte d’Appello di Catanzaro a dover riesaminare le posizioni alla luce delle indicazioni fornite dalla Cassazione.
Nonostante le revisioni delle pene, la Cassazione ha confermato la condanna per 30 imputati al pagamento delle spese processuali in favore delle parti civili. Tra queste figurano numerosi enti locali che si erano costituiti parte civile nel processo come vittime dell’infiltrazione mafiosa nel territorio. I Comuni coinvolti sono Filogaso, Stefanaconi, Zungri, Limbadi, Pizzo, Sant’Onofrio, San Gregorio d’Ippona, Nicotera, Vibo Valentia, Ionadi, Mileto, Ricadi, Maierato, San Costantino Calabro, Tropea
A questi si aggiungono anche la Provincia di Vibo Valentia e l’Associazione Antiracket, che hanno ottenuto il riconoscimento del danno subito e il diritto a un risarcimento economico da parte degli imputati condannati.
La decisione della Cassazione arriva come una conferma della gravità e della pervasività delle associazioni mafiose nel territorio vibonese, ma anche come un richiamo alla necessità di fondare le condanne su elementi giuridici solidi e ben motivati. Il riconoscimento dell’associazione mafiosa resta intatto, ma la richiesta di rivedere le aggravanti mostra la volontà di assicurare un processo equo e fondato su prove circostanziate.
L’operazione Rinascita Scott, fortemente voluta dall’allora procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, aveva rappresentato un punto di svolta nella lotta alla criminalità organizzata calabrese. Ora, il nuovo appello rappresenterà un ulteriore banco di prova per la giustizia, chiamata a confermare le responsabilità in modo pieno e definitivo.