di Paolo Ficara – Il numero 1 del calcio dilettantistico, dopo essere stato il numero 1 dell’intero calcio italiano tra il 2007 ed il 2014. Giancarlo Abete, massimo dirigente della LND, si è piacevolmente intrattenuto ai microfoni di Reggina Talk per parlare ad ampio raggio. Under, riforme, regole, ma anche di Reggina. Di seguito alcuni estratti delle dichiarazioni dell’ex presidente della Figc.
“La Serie D si è sempre contraddistinta per l’utilizzo di under. Ciò valeva anche per i campionati di Eccellenza e Promozione, con obbligo minimo di due under – ha dichiarato Abete circa la regola degli under – Quello che è cambiato, scendendo da quattro a tre under, è il contesto normativo in cui operiamo. Col venir meno del vincolo sportivo, si è inciso sulla capacità delle società di programmare a medio-lungo periodo. L’utilizzo degli under consente di controllare meglio i bilanci delle società”.
Poi in chiave riforme: “La riforma della C a tre gironi, è stata fatta sotto la mia presidenza. L’obiettivo era di diminuire il numero dei campionati professionistici, all’epoca c’era anche la C2. Più step hai davanti, più corri il rischio di ingarellarti sul tema dei costi. Oggi abbiamo tre campionati professionistici, la maggior parte in Europa ne hanno due. I campionati cuscinetto non mi convincono molto – ha sottolineato il presidente Abete a Reggina Talk – Negli ultimi tempi, ci sono stati segnali di decelerazione in tema riforme. In caso di riduzione di squadre professionistiche, noi dovremmo o ridurre anche i nostri gironi oppure individuare un altro meccanismo di promozione, che non garantisca la certezza anche in caso di primo posto. Un grande dibattito sulla riforma dei campionati professionistici ed a seguire dilettantistici, ad oggi non c’è“.
Al presidente Giancarlo Abete abbiamo ovviamente chiesto più di un pensiero sulla Reggina: “Nelle categorie sotto la Serie A, si tratta più che altro di mettere soldi nel calcio. Bisogna tenersi stretti i dirigenti capaci. Il girone I è importante, forse è quello con più capoluoghi di provincia di tutta la Serie D. Perché non viene coinvolto Foti? La valutazione spetta a Reggio, so soltanto che con Lillo Foti c’è sempre stato un rapporto di grande positività. Ha sempre svolto un ruolo importante anche a livello associativo, nelle Leghe di A e di B. Se ho conosciuto gli attuali proprietari della Reggina? Non ho una conoscenza diretta significativa. So che c’è stata questo tipo di scelta in termini di territorio. Se la Reggina riscuote interesse imprenditoriale? Oggi c’è una significativa presenza di proprietà straniere. Quando nacque il problema della seconda squadra con la Salernitana di Lotito ed il Bari di De Laurentiis, si partì dalla considerazione di come fosse difficile trovare imprenditori al sud. Bisogna sempre mettere in relazione le capacità degli imprenditori, con le aspettative del territorio. L’ambizione di tornare a certi livelli, anziché avvicinare, allontana“.
Infine, un chiarimento regolamentare: “Da dove si ripartirebbe, qualora una squadra di Serie D non si iscrivesse? La ripartenza viene in qualche modo gestita, di concerto tra i Comitati Regionali e la Lega Nazionale Dilettanti. Non esiste un automatismo. Ovviamente non ripartirebbe dall’Eccellenza. Magari non riparte direttamente dalla terza, ma ha un abbrivio più positivo. Non esisteva una regola automatica”.
Qui l’intera puntata, anche con gli interventi di Fabrizio Caianiello direttore di SerieD24.com e Giuseppe Scopelliti già Sindaco di Reggio e Governatore della Calabria: