C’è stata una Reggina che ha unito una provincia, forse tutta una regione. Oltre agli emigrati sparsi in Italia e nel mondo. Una Reggina arrivata in Serie A e presentatasi, oltre che con bandiere come Poli e Giacchetta ed i talenti dei vari Baronio, Kallon, Pirlo e Possanzini, anche con gente venuta fuori dal vivaio.
A far conoscere la bontà del lavoro della Reggina nel proprio settore giovanile, sette anni prima del salto in Serie A, fu la formazione Primavera. Con la prima squadra appena retrocessa in Serie C, e l’allenatore Gabriele Geretto individuato come sostituto di Giancarlo Ansaloni, fu lo storico ex portiere amaranto Bruno Jacoboni a portare quella squadra fino ad una storica finale nazionale del campionato Primavera stagione 1991/92.
La gara, nella formula andata e ritorno, venne vinta dal Torino del centravanti Bobo Vieri in un Comunale di Reggio Calabria gremito. Avversario superiore. Ma quel traguardo, mai più ripetuto, fu il frutto di un’epoca – e di uomini – in cui cuore, passione, sacrificio ed umiltà rappresentavano dei valori reali. E non dei concetti vuoti da inserire tra una banalità e l’altra, solo per acchiappare like su instagram.
Quella squadra ha deciso di incontrarsi a Reggio Calabria, venerdì 22 agosto, per una cena celebrativa a distanza di 33 anni. Sergio Campolo, Fabio Di Sole – tra i più noti e ceduti alla Fiorentina – insieme a tanti di quei compagni si ritroveranno per scherzare tra di loro e con i dirigenti dell’epoca. Chissà se, a distanza di così tanto tempo, si renderanno conto di aver costituito le fondamenta per un successivo ventennio di gioie immense e traguardi impensabili.
p.f.