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‘Ndrangheta e curve: chiesti nove anni di carcere per Andrea Beretta, dieci per Luca Lucci

Il pm della Dda di Milano Paolo Storari ha chiesto una condanna a 9 anni di reclusione per Andrea Beretta, ex capo della Curva Nord interista e ora collaboratore di giustizia, imputato per aver ucciso a settembre Antonio Bellocco, anche lui nel direttivo ultrà nerazzurro e rampollo del clan di ‘ndrangheta, e per associazione a delinquere con aggravante mafiosa.

Nel processo abbreviato con più filoni sulle curve di San Siro, la Procura ha chiesto anche 8 anni per Marco Ferdico, anche lui tra i leader del direttivo della Nord prima degli arresti dello scorso settembre.

La richiesta di condanna a 9 anni in abbreviato per Beretta, accusato dell’omicidio Bellocco del 4 settembre e di essere stato a capo dell’associazione per delinquere con aggravante mafiosa, tiene conto ovviamente del fatto che l’imputazione non prevedeva aggravanti da ergastolo (il processo non è andato in Assise) e dell’attenuante dell’aver collaborato con la giustizia. L’ex capo curva ha reso una serie di verbali dalla fine dello scorso anno nei quali, tra l’altro, ha fornito elementi, oltre che sulle dinamiche della Nord e sui business connessi, anche sull’omicidio di Vittorio Boiocchi, leader storico della curva nerazzurra, che era rimasto irrisolto dal 2022. Si è autoaccusato di essere stato il mandante e ha tirato in ballo altri ultrà, tra cui Marco Ferdico. Un procedimento, quello sul caso Boiocchi, che ha portato ad altri arresti di recente, ma che è separato da questo processo principale sulle curve. Dopo le richieste di pena per gli ultrà della Sud rossonera (sei imputati), tra cui Luca Lucci, nell’aula bunker davanti al carcere di San Vittore, la Procura, col pm Storari e diretta da Marcello Viola, ha chiesto 10 condanne per gli esponenti della Nord, dieci in tutto. Oltre a quelle per Beretta e Marco Ferdico, sono stati chiesti 5 anni per Renato Bosetti, 7 anni per Giuseppe Caminiti, legato, stando alle indagini, alla ‘ndrangheta, 6 anni e 8 mesi per Gianfranco Ferdico, padre di Marco, 7 anni per Christian Ferrario, presunto “custode” dell’arsenale di armi di Beretta e della curva. E ancora 7 anni e 4 mesi per Francesco Intagliata, 6 anni e 8 mesi per Mauro Nepi e Matteo Norrito e 5 anni per Debora Turiello, l’unica donna imputata e che, per l’accusa, avrebbe gestito la cassa della Nord e il capitolo dei biglietti. Da quest’ultimo negli atti erano emerse pressioni nei confronti di responsabili del club nerazzurro per avere ticket per le partite importanti, poi da rivendere, per l’accusa, anche con metodi estorsivi. Per alcuni degli imputati è stata chiesta anche la libertà vigilata, come misura a pena scontata: 4 anni per Luca Lucci e per Marco Ferdico. Il processo, davanti alla gup Mongiardo, dovrebbe chiudersi con la sentenza il 17 giugno.

Dieci anni di reclusione è la richiesta per Luca Lucci, capo della Curva Sud milanista imputato come mandante del tentato omicidio dell’ultrà Enzo Anghinelli e di associazione per delinquere finalizzata ad aggressioni ed estorsioni. La richiesta è arrivata nella requisitoria, ancora in corso nell’aula bunker davanti al carcere di San Vittore, nel processo sulle curve di San Siro. Chiesti 10 anni anche per Daniele Cataldo, vice di Lucci e ritenuto l’esecutore materiale del tentato omicidio del 2019.

Nel processo con rito abbreviato a porte chiuse, con più filoni e davanti alla gup Rossana Mongiardo, scaturito dal maxi blitz di Polizia e Gdf di fine settembre scorso che aveva portato a 19 arresti, ma anche da altre operazioni nei mesi seguenti, il pm nella prima parte della requisitoria dedicata agli ultrà della Sud rossonera ha anche chiesto condanne a 4 anni e 6 mesi per Alessandro Sticco e Fabiano Capuzzo, 3 anni e 8 mesi per Islam Hagag e 3 anni e 4 mesi per Luciano Romano. Uno dei capitoli del processo è appunto anche il tentato omicidio dell’ultrà rossonero Enzo Anghinelli del 2019, rimasto un cold case per anni e poi risolto nei mesi scorsi, contestando il ruolo di mandante al capo della Sud milanista Luca Lucci (che ha provato a difendersi da tutte le accuse con un lungo esame in aula) e di esecutore materiale (un altro deve essere ancora trovato) al suo vice Daniele Cataldo. Anghinelli si era salvato per miracolo dopo che aveva ricevuto colpi di pistola alla testa, in zona Porta Romana. In più, ci sono le accuse di associazione per delinquere, perché la Sud, guidata da Lucci, si sarebbe mossa con aggressioni, anche agli steward dello stadio Meazza, ed estorsioni per i business collegati. A processo, in un altro filone abbreviato davanti alla sesta penale, ci sono altri tre ultrà milanisti, tra cui Francesco Lucci, fratello di Luca, e Christian Rosiello, ex bodyguard di Fedez (non indagato), per i quali nei giorni scorsi il pm Storari ha già chiesto condanne. Più tardi arriveranno anche le richieste per gli ultras nerazzurri, accusati di associazione anche con l’aggravante mafiosa. Tra gli imputati Andrea Beretta, ex capo della Nord e ora collaboratore di giustizia, che deve rispondere pure dell’omicidio dello ‘ndranghetista Antonio Bellocco del 4 settembre. Nel processo sono parti civili, per i danni subiti, la Lega Serie A, con l’avvocato Salvatore Pino, il Milan, col legale Enrico de Castiglione, e l’Inter, con gli avvocati Francesco Mucciarelli, Adriano Raffaelli e Caroline Hassoun.

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