Oggi è stato rinnovato il Protocollo d’Intesa tra la Fondazione Antonino Scopelliti, il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria e la Procura presso il Tribunale per i Minorenni. Un passo importante che consolida una collaborazione fondamentale per offrire un aiuto concreto alle famiglie e ai giovani che vivono situazioni difficili.
Un progetto per le famiglie: capire, sostenere, crescere insieme
Al centro di questo accordo si trova un progetto innovativo, che si aggiunge alle attività già in corso, pensato per i genitori di ragazzi minorenni sottoposti al regime di messa alla prova. La Fondazione Antonino Scopelliti, in collaborazione con l’Osservatorio Violenza e Suicidio e l’ANPEC (Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici), ha ideato un percorso di supporto che vuole essere un punto di riferimento per queste famiglie. Il contributo degli assistenti sociali, figura chiave in questo processo, arricchisce ulteriormente il progetto con la loro professionalità e dedizione.
L’obiettivo è chiaro: aiutare i genitori a comprendere meglio l’istituto della messa alla prova, accompagnarli con un sostegno personalizzato e creare occasioni di confronto con altri genitori che affrontano esperienze simili. Ma non solo. Si punta a rafforzare le competenze educative e relazionali dei genitori, con l’intento di costruire un ambiente familiare sano e armonioso, basato sul rispetto di valori e regole condivise.
“Adesso è essenziale che si lavori in sinergia: sebbene noi possiamo firmare il protocollo e metterci in prima linea, è necessario che esista una rete di imprenditoria sana in città, in grado di fare sistema per offrire a questi giovani una concreta possibilità di ripresa e di rinascita. Rivolgiamo quindi un appello agli imprenditori affinché si uniscano a questo impegno, mettendo a disposizione opportunità reali di lavoro e integrazione per sostenere il percorso di crescita di questi ragazzi. Tale sinergia non è solo un valore aggiunto, ma un elemento imprescindibile per offrire ai minori l’opportunità di reintegrarsi nel tessuto sociale, senza compromettere ulteriormente il loro futuro. Abbiamo il dovere di accompagnare i ragazzi e le famiglie in questo percorso” ha dichiarato Rosanna Scopelliti, presidente della Fondazione “Come diceva mio padre, non bisogna mai lasciare indietro nessuno. La seconda possibilità non è solo un concetto, ma un percorso costruito con strumenti utili per crescere, maturare e reinserirsi pienamente nella società.”
L’importanza del lavoro di squadra
Marcello D’Amico, presidente del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, ha sottolineato: “L’educazione e il supporto ai genitori sono strumenti preziosi per affrontare le difficoltà legate alla messa alla prova dei minori. Questo protocollo, con il contributo attivo degli assistenti sociali, diventa un esempio di sinergia tra istituzioni per il bene comune. Le azioni messe in campo, inoltre, si estenderanno anche agli interventi in ambito civile, e non soltanto a quello inerente ai reati penali, ampliando così l’impatto e la portata di questo percorso di supporto e prevenzione.”
Anche Roberto Di Palma, Procuratore presso il Tribunale per i Minorenni, ha evidenziato il valore della collaborazione: “Lavorare insieme – giudici, assistenti sociali, pedagogisti e famiglie – è fondamentale per creare una rete di protezione e prevenzione efficace. Questo protocollo è un segno tangibile del nostro impegno per ridurre i rischi di marginalità e devianza tra i giovani. La novità di questo accordo risiede nell’azione specifica che coinvolge direttamente i genitori, riconoscendo il loro ruolo cruciale nel supportare i minori durante il percorso di messa alla prova. Attraverso il loro coinvolgimento, vogliamo offrire strumenti concreti che permettano non solo ai ragazzi, ma anche alle loro famiglie, di affrontare con maggiore consapevolezza e capacità un momento così delicato.”
Un impegno per un futuro migliore
Grazie a questo rinnovo, le tre istituzioni confermano il loro impegno a favore dei giovani e delle loro famiglie, con uno sguardo rivolto al futuro. Il progetto, che ha già dimostrato il suo valore, diventerà operativo già dai primi mesi del 2025. Gli assistenti sociali, insieme ai pedagogisti e agli altri professionisti coinvolti, saranno in prima linea per accompagnare le famiglie lungo questo percorso di crescita e consapevolezza.