L’intestino, come abbiamo avuto modo di imparare in questi ultimi decenni, non è un organo come tutti gli altri. Caratterizzato da una fitta rete di neuroni, viene definito, non a caso, il nostro secondo cervello.
Con quest’ultimo forma un asse che ha un impatto profondo sul benessere e che, secondo diversi studi, è coinvolto nello sviluppo e nella regressione dei sintomi di diverse condizioni, tra le quali è possibile chiamare in causa la depressione.
L’approccio al benessere dell’intestino, proprio in virtù di queste scoperte, è cambiato tanto negli ultimi tempi.
A dimostrazione di ciò è possibile citare i numeri alti delle vendite di prodotti che hanno lo scopo di mantenere l’equilibrio del suo microbiota, ossia la flora batterica che lo abita (Enterolactis Plus integratore a base di fermenti lattici vivi è uno dei più apprezzati).
Prima ancora di parlare di integrazione, è necessario ragionare di stile di vita, dieta in primis.
Quale seguire per mantenere il benessere dell’intestino? Premettendo sempre il consiglio di rivolgersi a un nutrizionista specializzato, in modo da farsi stilare un piano specifico per le proprie esigenze e peculiarità, ricordiamo l’esistenza di alcuni consigli che valgono per tutti. Scopriamoli assieme nelle prossime righe!
Salute intestinale a tavola: le regole da conoscere
Quando si parla di capisaldi da conoscere per migliorare la salute intestinale a partire dalle scelta a tavola, un doveroso cenno va dedicato all’idratazione.
La funzionalità del nostro intestino migliora a fronte di un aumento dell’apporto idrico, che deve essere frutto sia della scelta di determinati alimenti, sia dell’acqua che si beve svuotando i bicchieri durante i pasti o la borraccia mentre si lavora.
Un grande beneficio dell’idratazione in questo caso riguarda il contributo che l’acqua dà nella rimozione di agenti irritanti per l’intestino.
Una parentesi importante deve essere dedicata all’assunzione di fibre. Tra i loro benefici è possibile menzionare l’ottimizzazione della consistenza delle feci, senza dimenticare la protezione delle pareti dell’organo.
Attenzione, però: questo non vuol dire che si possa esagerare. Esistono indicazioni specifiche, date dall’EFSA, ossia l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare che parlano, per l’adulto, di un consumo di 25 grammi al giorno di fibre.
Dieta low Fodmap, un approccio benefico per l’intestino
Entrando nel vivo degli approcci a tavola che si possono adottare per migliorare il benessere dell’intestino, non si può non dedicare una parentesi alla dieta low Fodmap.
Premessa importante: si tratta di un regime alimentare da iniziare solo previo assenso del dietologo. Va in ogni caso conosciuto, in quanto ci permette di capire come alimenti apparentemente “innocui” sono invece in grado, in alcuni casi, di impattare fortemente sul benessere dell’intestino.
La dieta in questione basa la sua efficacia sull’eliminazione temporanea di alcuni zuccheri che, assorbiti in maniera non adeguata dall’intestino, sono interessati da un processo di fermentazione a livello del colon.
Si tratta per la precisione di fruttosio, fruttani, lattosio, galattooligosaccaridi (GOS), polioli.
Studiata per la prima volta da un’equipe di esperti attivi presso la Monash University, rappresenta un intervento dietoterapico particolarmente efficace nel momento in cui si ha a che fare con la sindrome dell’intestino irritabile (IBS).
Le fasi della dieta
Questa dieta prevede diverse fasi. La prima, caratterizzata da una durata compresa tra 4 e 6 settimane, prevede l’eliminazione degli alimenti ad alto contenuto di Fodmap. Quali sono? Giusto per citare la categoria della frutta, ricordiamo le mele, le prugne e le pesche. Per quanto riguarda, invece, la verdura, degne di nota sono le cipolle, così come i cavolini di Bruxelles (attenzione: abbiamo menzionato solo alcuni tra i numerosi alimenti da evitare).
Si tratta di una fase di massima importanza, nel corso della quale, se si seguono pedissequamente le indicazioni, è possibile apprezzare una riduzione dell’infiammazione intestinale.
Una volta archiviata la fase di eliminazione, l’approccio consigliato prevede il test su un singolo alimento alla volta. In questo modo, è possibile capire quali l’intestino è in grado di tollerare e quali, invece, andrebbero eliminati o moderati fortemente.
Consigli per una spesa serena
Seguire la dieta low Fodmap può sembrare difficile al primo impatto. Se ci si ferma un attimo a riflettere, però, è facile accorgersi che non lo è affatto.
Molto utile è partire dalla spesa. Quando ti concentri, per esempio, sulla scelta dei latticini, punta su quelli privi di lattosio o, ancora meglio, sulle alternative vegetali.
Evita, se possibile, la soia. Non tutti sanno che è caratterizzata dalla presenza di oligosaccaridi che fermentano a livello del colon.
Nel periodo di eliminazione, scegli prodotti farinacei privi di glutine. Cereali come il frumento e la segale, infatti, sono fonti di fruttani che, come ricordato in precedenza, sono tra gli zuccheri facenti parte dell’elenco dei Fodmap.
Evita altresì i dolcificanti e le salse già pronte. Per dare sapore ai tuoi piatti, per qualche settimana va benissimo il mix tra olio d’oliva e limone.
Concludiamo con un cenno all’importanza del movimento fisico. Soprattutto di fronte a quadri di IBS, aiuta tantissimo la qualità della digestione e la giusta stimolazione della peristalsi intestinale.