“Confermata l’operatività dell’Opzione donna, estendendo il periodo utile per maturarne i requisiti di altri 12 mesi. Le lavoratrici caregivers, invalide o dipendenti e licenziate da grandi imprese con un tavolo di crisi ministeriale che hanno compiuto 61 anni (ridotti di massimo 2 anni in presenza di figli) e maturato 35 anni di contributi effettivi entro il 31.12.24, possono optare per la liquidazione anticipata del trattamento calcolato il sistema contributivo; la pensione decorre trascorsa la finestra mobile di 12/18 mesi.
Prevista l’estensione temporale di una fattispecie transitoria di diritto al trattamento pensionistico anticipato (cd. quota 103) fattispecie che costituisce una possibilità alternativa rispetto alle altre ipotesi per le quali è riconosciuto il diritto alla pensione anticipata. Trattasi dell’incentivo al posticipo del pensionamento in favore di quanti, pur in possesso dei requisiti della stessa Quota 103, o della pensione anticipata ordinaria, optino per la permanenza al lavoro e per il diritto di richiedere l’erogazione in busta paga della quota di contribuzione a proprio carico (generalmente pari al 9,19%). Rispetto all’analogo incentivo dello scorso anno, nel corso del 2025, il bonus guadagna la neutralità fiscale, restando esente da Irpef.
Parimenti confermato è il cd. APE Sociale, cioè la possibilità per alcune categorie “deboli” di lavoratori di ottenere una sorta di assegno di accompagnamento alla pensione a partire dal compimento di 63 anni e 5 mesi. Non mutano, rispetto al passato, né la platea degli aventi diritto (disoccupati di “lungo periodo”; invalidi civili; caregivers; addetti a mansioni gravose), né i requisiti contributivi (30 anni di contributi; 36 per gli addetti a mansioni gravose fatta eccezione per edili e ceramisti, con 32 anni di contributi). Per le madri il requisito contributivo si riduce di un anno per ogni figlio per un massimo di 2 anni.
La manovra 2025 dispone l’ampliamento di un beneficio contributivo per le madri con 4 o più figli, assicurate nelle gestioni Inps la cui pensione è calcolata con il metodo integralmente contributivo. Hanno diritto a un anticipo di età rispetto al requisito di accesso alla pensione di vecchiaia (67 anni fino al 2026) pari a 4 mesi per ogni figlio e nel limite massimo di 12 mesi. Con la modifica della legge di bilancio, il limite viene elevato da 12 a 16 mesi: in questo modo la riduzione dell’età di vecchiaia per le mamme con 4 o più figli sarà pari a 1 anno e 4 mesi”.
E’ quanto si legge in un comunicato stampa della Fondazione studi Consulenti del Lavoro.