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Sant’Agata, il parere della ditta Germinal: “Costi per il rifacimento campi? Vi spiego tutto”

di Paolo Ficara – Parola all’esperto. Tenendo presente che non l’ha ordinato il medico di partecipare a bandi per assegnazione di titoli sportivi e strutture, quando si chiede la bicicletta bisogna poi saper pedalare. Sono 35 anni che la squadra di calcio a Reggio si allena al Sant’Agata, con annesse fortune. Il centro sportivo creato dalla Reggina Calcio di Pino Benedetto e Lillo Foti a fine anni ’80, dispone oggi di sei campi.

Di questi, i primi due sono in erba naturale. Gli altri quattro sono in sintetico, e tre di questi quattro sono regolamentari per giocare 11 contro 11. Il primo di questi terreni sintetici, ossia il campo n.3, è stato installato dalla ditta Limonta nell’ormai lontano 2005. Quindi siamo sicuramente oltre il limite affinché il campo sia considerato omologabile per gare dei settori giovanili, a meno che non intervenga come minimo una manutenzione specifica. E infatti non sono mancati infortuni anche seri, agli arti dei giovani giocatori, negli ultimi anni.

Il Dispaccio ha contattato l’agronomo reggino Alessandro Crucitti della ditta Germinal, la quale si occupa di campi in erba esclusivamente naturale in varie zone d’Italia e non solo. La Germinal è stata spesso il punto di riferimento di alcuni dei presidenti succedutisi alla guida della Reggina, nel corso degli anni. Ne consegue che Crucitti conosca bene la situazione dei campi al Sant’Agata.

“La Germinal non fa sintetici – specifica immediatamente Crucitti – I costi per il rifacimento di un sintetico non si possono stabilire ad occhio e croce. Se il sottofondo è buono, si possono risparmiare dei soldi e sostituire il tappetino in superficie. Ci può essere un ventaglio molto ampio di differenze sui costi. Non facciamo sintetico, non sono aggiornato sui costi”.

Chiediamo a Crucitti se ci possa stare la cifra di 500.000 euro per rifare un campo in sintetico: “Se si tratta di rifare il sottofondo, con tappetino nuovo di ultima generazione, ci può stare. Può essere un prezzo onesto. Bisogna considerare che lo smaltimento del vecchio, ha un costo. Fosse stato un terreno nudo, per un lavoro ex novo, si parlerebbe di altri prezzi”.

Poi Crucitti cita un’altra opzione, sulla quale torneremo dopo: “Se poi si tratta di fare una spazzolatura o un cambio di gommino…”

Intanto spostiamo il discorso sui terreni in erba naturale, ossia i primi due campi del Sant’Agata: “Lì non viene eseguito un lavoro sostanziale da diversi anni. Noi non ci entriamo da giugno, quando abbiamo terminato con la vecchia società che comunque effettuava la manutenzione con i propri operai. Non avendo un parco macchine, si affidavano a noi per qualche trasemina”.

Ed immaginiamo le esigenze di un allenatore come Pippo Inzaghi: “Un mister esigente ma comprensivo. Quindi una persona con cui bisogna ragionare. Ne abbiamo visti tanti di allenatori, con alcuni non si può neanche parlare. Inzaghi è stato una sorpresa: ha vinto tanto, ha una carriera prestigiosa, ma è una persona speciale”.

Chiediamo a Crucitti la forbice di costi per un intervento strutturale sui campi in erba: “Potrei dire 10 mila, 100 mila o 1 milione. Ma bisogna andare lì a capire cosa si vuole ottenere. Per il manto naturale, è importante la previsione di utilizzo. Se ci si allena una squadra quotidianamente, è una cosa. Cinque squadre per sei ore tutti i giorni, è un’altra cosa. Dare delle cifre è sbagliato. Il sintetico è un tipo di tappeto erboso. Si può scegliere il livello di qualità. Ma ha delle prestazioni minime garantite. Con il naturale, basta cambiare una specie e si hanno prestazioni completamente diverse. Il ventaglio è molto ampio”.

“Ultimamente c’è un minimo di inversione di tendenza. Non so se è vero che dal 2030 verranno eliminati i sintetici – la digressione ad ampio raggio di Crucitti – In America è da 15 anni che stanno smontando i sintetici per fare i naturali, noi arriviamo sempre dopo. Se viene data una cifra di 500.000 euro per campo, compreso lo smaltimento, per un sintetico è un prezzo onesto”.

“Se sul sintetico non faccio manutenzione e vedo il gommino non sterilizzato, con macchinari che neutralizzino i batteri come certificato da alcuni studi anche dell’Università di Catania – sottolinea l’agronomo della Germinal –  potrebbe essere conveniente tornare al naturale. Oggi nessuna società di alto livello ha un campo in sintetico, tra allenamento e campo gara. Per assurdo, il Real Madrid ha realizzato un campo in naturale con tecniche particolari”.

Tornando al nocciolo, chiediamo cosa sia necessario per rendere omologabili i campi sintetici del Sant’Agata, in alternativa alla sostituzione: “Dipende da cosa viene chiesto. Il più delle volte, mancano delle stupidaggini per ottenere l’omologazione – spiega l’agronomo Crucitti della Germinal – A volte basta sostituire una porzione consumata di tappeto. Alcune zolle possono essere consumate. Non è per forza una questione di gommino, che può essere accumulato in alcune zone e svuotato in altre”.

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