I carabinieri e la polizia hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Palmi, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Letterio De Domenico, a carico di una donna e del figlio, per “reati persecutori e lesioni personali pluriaggravate per motivi abietti nei confronti di una loro giovane congiunta”, ‘colpevole’ di avere denunciato e di avere reso dichiarazioni contro gli autori di una violenza sessuale nei suoi confronti, ritenuti ‘vicini’ ad ambienti della ‘ndrangheta di Oppido Mamertino e Scido, Comuni della Piana di Gioia Tauro. In particolare, nei confronti della zia della vittima di violenza, il giudice ha disposto gli arresti domiciliari, mentre nei confronti del figlio, il divieto di avvicinarsi alla cugina.
Secondo quanto reso noto, madre e figlio, in piu’ occasioni, avrebbero posto in essere violenze fisiche e aggressioni nei confronti della giovane donna, anche frustandola con una grossa corda, per avere infranto il ‘codice di omerta” denunciando i suoi aguzzini. Grazie alle investigazioni, nel 2023, si arriva all’arresto di quattro giovani calabresi per violenza sessuale aggravata ai danni delle due ragazze.
In particolare, gli inquirenti, grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, individuarono vincoli di parentela di tre dei giovani indagati con vari esponenti di vertice di cosche di ‘ndrangheta di Seminara, Oppido Mamertino e Scido. Qualche settimana prima, anche un’altra giovane abusata, che aveva testimoniato contro i suoi violentatori, sarebbe stata vittima di pressioni da parte di parenti e amici per ritirare la denuncia, tanto da essere costretta ad abbandonare il paese di origine verso una nuova residenza fuori regione.
Grazie all’intervento del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che ha fornito, d’accordo con gli apparati dello Stato, l’aiuto necessario affinche’ la ragazza e la sua famiglia potessero ricostruirsi una vita diversa, sono riusciti ad allontanarsi, anche dai pericoli di ritorsione.