Nei giorni scorsi la Sezione Regionale di Controllo per la Calabria e la Procura Regionale per la Calabria presso la Corte dei Conti hanno ricevuto due istanze da parte dello studioso Francesco Ventura, attivista per la rivitalizzazione linguistica greca. La prima istanza è una richiesta di verifica inerente le innovazioni apportate dalla Regione Calabria allo Statuto della Fondazione ex Istituto Regionale Superiore di Studi Elleno-Calabri. La seconda invece è una richiesta di intervento per appurare una violazione del principio di buon andamento sull’erogazione dei benefici della L.n.482/1999 nell’ambito della minoranza linguistica storica greca di Calabria.
«La prima istanza è frutto di un mancato dialogo con la consigliera regionale Pasqualina Straface, il quale si è tentato di avviare non solo direttamente tramite apposite istanze, ma anche tramite l’interessamento del consigliere regionale Domenico Giannetta e dell’assessore regionale al ramo Gianluca Gallo, che ringrazio per l’attenzione avuta, nonostante il mancato esito del loro intervento – commenta Ventura – Ritengo che le modifiche apportate allo Statuto della fondazione ex IRSSEC porteranno ad una dispersione delle poche risorse disponibili per rivitalizzazione linguistica di una comunità pesantemente compromessa sotto il profilo linguistico. Credo che ormai siano molto meno di cento i parlanti greco di Calabria esistenti, al contrario delle migliaia millantate, soprattutto in taluni ambienti istituzionali. La situazione è grave, mascherare come bianco un codice rosso è follia».
Francesco Ventura ci tiene a sottolineare che ciascuna delle azioni condotte, in Calabria come in Sicilia, sono sempre state precedute da un tentativo di avviare delle interlocuzioni volte ad individuare soluzioni semplici e fattibili per sanare le criticità individuate. Tentativi rimasti inascoltati.
«Sulla seconda istanza, si tratta sostanzialmente della conclusione annunciata dall’instaurazione nel 2023 del carteggio con la Città Metropolitana di Reggio Calabria nei riguardi degli sportelli linguistici. Essa si ricollega inoltre a quanto già fatto lo scorso anno nei confronti del Comune di Messina, dove una nuova minoranza è presentata come minoranza storica – spiega Ventura – Nel caso reggino, si ha ragione di credere che almeno dieci Comuni siano da depennare dall’ambito, uno sia sottoposto a verifica della permanenza dei requisiti e due ridimensionati. Nello specifico mi rivolgo: nel primo caso ai Comuni di Bagaladi, Brancaleone, Cardeto, Montebello Jonico, Motta San Giovanni, Palizzi, Roccaforte del Greco, Samo, Staiti e San Lorenzo; nel secondo caso al Comune di Bova; nel terzo caso ai Comuni di Melito Porto Salvo e Reggio Calabria. In ciò ci sono poche novità. Oltre che da ricerche sul campo, questa istanza poggia su quanto rilevato nel tempo da autori come Filippo Condemi, Francesco Altimari e Nicola Bavasso. L’auspicio è di ottenere innanzitutto un quadro realistico sulle dimensioni dell’ambito territoriale della minoranza linguistica greca e conseguentemente una razionalizzazione delle politiche di tutela ad esse rivolte, con un miglioramento in termini di efficienza ed efficacia delle medesime».