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Il Consiglio Regionale approva al riforma sui Consorzi di bonifica

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, per come emendato e con l’autorizzazione al coordinamento formale, la proposta di legge, d’iniziativa della Giunta, sulla riforma dei Consorzi di bonifica, denominato “Disciplina in materia di ordinamento dei Consorzi di bonifica e di tutela e bonifica del territorio rurale”. L’approvazione è avvenuta per appello nominale su richiesta del consigliere Raffaele Mammoliti, del Pd. Hanno votato a favore i 21 consiglieri della maggioranza di centrodestra e due consiglieri della minoranza, Ferdinando Laghi, del gruppo De Magistris presidente, e Francesco Afflitto, del Movimento 5 stelle. Contrari tutti gli altri.

“Una maggioranza di centrodestra coesa e compatta ha approvato nella odierna del Consiglio Regionale la nuova riforma dei consorzi di bonifica. Un’azione necessaria che la nostra Regione stava aspettando da tempo e che permetterà di migliorare l’erogazione dei servizi, di efficientare le reti e di garantire una gestione delle politiche consorziali tutta tesa al sostegno delle attività e della cittadinanza. Con questa riforma andiamo ad aggiornare un comparto definito con una legge regionale di vent’anni fa che dunque ha necessità di mettersi al passo con i tempi e con le mutate esigenze dei territori mettendo mano allo stesso tempo sia al riequilibrio economico, messo duramente alla prova negli ultimi anni, sia alle vertenze dei lavoratori che saranno assorbiti nel nuovo consorzio unico.
Oggi grazie all’impulso del Presidente Occhiuto abbiamo scritto una pagina importante nell’efficientamento del sistema della tutela e bonifica del territorio, dotandoci di una nuova struttura che ci permetterà di superare le criticità riscontrate finora e di garantire un servizio migliore all’utenza” afferma la consigliera regionale Pasqualina Straface.

“La riforma dei consorzi di bonifica, oggetto della proposta di legge discussa in Consiglio Regionale, rappresenta una obiettiva e condivisa necessità sotto tutti i punti di vista. Organizzativo, economico, gestionale. Una proposta, dunque, condivisibile nel merito, ma su cui il voto di fiducia, posto dal Presidente Occhiuto, gravava come un macigno, trasformando una proposta tecnica in una questione di appartenenza politica.” Queste le dichiarazioni del consigliere regionale Ferdinando Laghi a margine del Consiglio di giovedì 3 agosto. “Il ritiro della fiducia, da parte del Presidente Occhiuto mi ha spinto a votare a favore del provvedimento” – continua il consigliere Laghi.

“L’opposizione del Gruppo De Magistris Presidente resta ferma, coerentemente col mandato affidatoci dagli elettori, così come il nostro primo obiettivo che è quello di lavorare nell’esclusivo interesse della Calabria e dei calabresi, nel caso specifico per una proposta di legge che interessa un settore strategico per la nostra regione e la cui riforma era da tempo universalmente invocata.

Il gruppo del Pd in Consiglio regionale ha votato no alla riforma dei Consorzi di bonifica imposta da Roberto Occhiuto con una evidente forzatura determinata dall’apposizione della questione di fiducia.

«Con questa scelta – ha spiegato il capogruppo Mimmo Bevacqua nel corso del suo intervento a nome dei consiglieri dem – ha determinato  suo de profundis del ruolo del Consiglio. Porre la fiducia su una materia come quella dei consorzi che difficilmente potrebbe essere inquadrata tra le materie di interesse diffuso per la collettività, vuol dire far diventare il meccanismo una regola da utilizzare per qualsiasi materia e non un istituto straordinario ed eccezionale. È questo l’aspetto più grave e sconcertante della giornata odierna: silenziare il dissenso, cancellare il dibattito significa piegare l’istituzione democratica al volere dell’uomo solo al comando. E in tale contesto – ha proseguito Bevacqua – al di là della sua irricevibilità nella forma, la proposta di riforma sui Consorzi presenta dubbi, perplessità e criticità nel merito. È nel merito che, da settimane, si è aperto un dibattito con posizioni chiare e nette. Anche noi diciamo basta a Consorzi mal gestiti, ma da 4 anni chi c’è alla guida del governo di questo settore? Cosa è stato fatto in termini di programmazione e controllo per dare risposte a chi chiedeva supporto e sostegno?».

Il capogruppo ha poi ricordato la proposta di riforma presentata dal Pd durante le scorse settimane che neanche è stata esaminata in Commissione come pure il regolamento prevede.

«Avevamo provato – ricorda Bevacqua – a coinvolgere i sindacati e i rappresentanti degli stessi Consorzi per arrivare ad una riforma, necessaria e urgente, ma in modo condiviso e ascoltando opinione e proposte di tutti gli attori coinvolti. Il governatore, invece, ha voluto proseguire a colpi di accetta. E la domanda che tanti di noi si stanno ponendo in questi giorni è: qual è il reale  motivo per il quale si decide di tagliare e impedire ogni discussione su una riforma che impatta fortemente sul mondo agricolo? Di certo si tratta di un segnale di estrema debolezza politica. Il testo del disegno di legge predisposto e imposto dal Presidente Occhiuto, proprio per la modalità con il quale è stato predisposto è zeppo di errori evidenti che si sarebbero potuti evitare. Ad esempio la legge non contiene alcun richiamo alla intesa Stato-Regioni del 18 settembre 2008  che definisce i criteri per il riordino dei consorzi di bonifica;  né fa alcun riferimento ai comprensori su territori definiti sulla base di unità idrografiche ed idrauliche omogenee sia per la difesa del suolo sia per la gestione delle acque. Così come è chiaro che l’estensione all’intero territorio regionale, non favorirebbe una vera partecipazione dei Consorziati né alla gestione del Consorzio, che diventerebbe un Ente ancor più lontano dagli agricoltori, né alla programmazione del territorio.  Anche noi – ha detto ancora Bevacqua – eravamo e siamo convinti della necessità di una riforma strutturale e organica per il settore. Lungi da noi, infatti, difendere o garantire sacche di parassitismo o cattive gestioni. Sappiamo bene la situazione in cui versano, in particolar modo, alcuni Consorzi. Abbiamo partecipato, in questi mesi, ad iniziative pubbliche, a scioperi come quello dei lavoratori dell’ente di Trebisacce e conosciamo bene i problemi legati agli stipendi, al tfr, al pagamento dei fornitori. Riteniamo, però, che per una più efficace razionalizzazione strutturale si debba seguire proprio lo schema dell’Intesa Stato-Regioni già citata del 2008. E siamo partiti da questa premessa per elaborare la nostra proposta di legge. Avevamo proposto di arrivare a fusione degli attuali comprensori in numero non superiore a 5 e su ogni comprensorio istituire un Consorzio, questo avrebbe richiesto il buon senso e la ragionevolezza per immaginare un’organizzazione territoriale diversa. L’articolazione territoriale dei Consorzi era frutto di studi e attenzione ai territori e non di improvvisazione ed approssimazione, come emerge da questa proposta di legge che, ne siamo sicuri, presto dovrà essere modificata».

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