‘Senza Ndrangheta, analisi e riflessioni intorno ad un obiettivo possibile’ è il titolo del libro di Pasquale Romeo e Franco Musolino, edito da Pellegrini Editore Cosenza che verrà presentato sabato 17 settembre 2022 alle ore 18,30 a Villa San Giovanni in via Marconi 61 presso l’Associazione Culturale “La belle époche”.
La prefazione è a cura del dott. Roberto Di Bella attuale Presidente Tribunale per i minorenni di Catania, già di Reggio Calabria per diversi anni, con post-fazione del dott. Ugo Taucer Prefetto. Alla presentazione oltre gli Autori interverrà l’avv. Francesco Albanese, penalista e docente di procedura penale presso la Scuola di Specializzazione dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria.
L’evento verrà introdotto dalla dott.ssa Maria Grazia Rechichi, geriatra e gli Autori dialogheranno moderati dalla dott.ssa Samantha Libri, psicologa. La dott.ssa Caminiti sindaco di Villa San Giovanni, la dott.ssa Trecoci presidente del consiglio della città di Villa San Giovanni con delega alla cultura e il dott. Natale Salzone, presidente dell’associazione culturale “la belle epoqué” porgeranno i saluti istituzionali della Città dello Stretto e dell’Ente ospitante.
L’opera editoriale ha la pretesa di stimolare l’opinione pubblica su alcune riflessioni intorno ad un fenomeno criminale, ma anche sociale, che tanto influenza l’economia mondiale ma anche gli atteggiamenti e le scelte dei singoli individui nella realtà di tutti i giorni, tanto più in un territorio che ne ha costituito la culla e il rifugio. La ‘ndrangheta quindi è un’entità autonoma o fa parte di alcuni aspetti del modo di vivere calabrese e ci appartiene profondamente in alcuni aspetti culturali fondamentali? La ‘ndrangheta considerata anche come emanazione di determinate dinamiche sub-culturali e sociali che fanno parte integrante del tessuto civile calabrese e, come tali, diventano estremamente complesse da riconoscere ed estirpare come, ad esempio, la tendenza al fatalismo, la mancanza di volontà al cambiamento, l’individualismo esasperato, il “ruolo coercitivo” della famiglia, la proliferazione della cultura del “favore” che sostituisce lo Stato – con i diritti e doveri consacrati dalla Costituzione – all’organizzazione criminale.
La discussione partirà dall’atteggiamento del calabrese che “aspetta”, proprio come nella famosa commedia Aspettando Godot, non reclamando i suoi diritti e non pretendendo dalle Istituzioni una buona amministrazione, salvo poi la possibilità che arrivi il compare a sistemare tutto. La parte psicologica è sicuramente una delle più importanti cause e spesso la più sottovalutata perché costituisce poi l’humus culturale. Parlare di parte psicologica significa approfondire molti aspetti apparentemente banali e quotidiani come la rassegnazione, la famiglia, il fatalismo e anche l’omertà. Funzionale ai fini dell’organizzazione criminale è senza dubbio quell’area disfunzionante che serve ad un’oligarchia per mantenere il potere, creando situazioni di vantaggio per pochi e illusorie aspettative per tanti, attraverso “pratiche” di scambio che hanno il compito di creare dipendenza.