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Polemica su rimozione scultura in memoria di Sergio Cosmai a Cosenza, il sindaco Caruso scrive a Vittorio Sgarbi: “E’ opportuno fare chiarezza”

Il sindaco Franz Caruso in una lettera indirizzata al Sottosegretario di Stato alla Cultura, On. Vittorio Sgarbi, ha fatto definitivamente chiarezza sulla polemica montata dall’ex sindaco e da Maurizio Orrico, con riferimento alla rimozione di quanto rimaneva della scultura in ricordo del compianto Sergio Cosmai.
Nella missiva il Primo Cittadino di Cosenza ha preliminarmente, in estrema sintesi, evidenziato le vicende di cui l’opera è stata protagonista per come di seguito riportato:
  1. l’installazione originaria, inaugurata nel marzo del 2013 dall’ex sindaco Mario Occhiuto, raffigurava l’ombra mafiosa, rappresentata da tre assassini con pistola puntata su una frase del compianto Sergio Cosmai posizionata ai loro piedi;
  2. il 25 ottobre del 2013, per come riportano le cronache giornalistiche del tempo, le installazioni con la frase dell’uomo di Stato ucciso, furono rimosse dallo stesso ex Sindaco Mario Occhiuto, a seguito di un incidente avvenuto il 18 ottobre 2013 sulla rotatoria contenente la scultura di Orrico, in cui persero la vita due giovani di 19 e di 20 anni. A tal proposito si precisa che la Polstrada emise apposita ordinanza nella quale, in seguito a numerose segnalazioni, si indicava la pericolosità della lunga scritta incisa sulla struttura metallica che si snodava in prossimità della carreggiata lungo tutta la rotonda;
  3. dal 25 ottobre 2013 la scultura di Orrico è priva delle frasi di Sergio Cosmai, rimanendo, invece, integre solo le tre figure di assassini, facendo così venir meno il messaggio che si voleva inizialmente rappresentare, raffigurando solo tre uomini armati. Ragion per cui, negli anni seguenti, l’installazione è stata più volte contestata ritenendola in molti non più la commemorazione dell’uomo di Stato barbaramente ucciso, ma solo l’esaltazione dei suoi assassini;
  4. il 9 Marzo del corrente anno 2023 a Palazzo dei Bruzi, abbiamo ricordato la figura di Sergio Cosmai, a 38 anni dal suo assassinio, alla presenza dei familiari, del Prefetto di Cosenza, del Sottosegretario all’Interno, del Sottosegretario alla Giustizia, del Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e del direttore generale dei detenuti e trattamento del dipartimento di amministrazione penitenziaria, dott. Gianfranco De Gesu. In quell’occasione la vedova di Cosmai, Tiziana Palazzo, che fin dal primo giorno aveva definito l’opera come «un omaggio ai killer» e non alla memoria di suo marito, ne ha chiesto con forza la rimozione, essendo venuta a mancare, per come detto, anche la parte contenente le frasi del direttore della casa circondariale di Cosenza che si oppose con fermezza alla criminalità organizzata e per questo fu assassinato dall’ndrangheta.
“Mi preme sottolineare – si legge, inoltre, nella lettera vergata dal sindaco Franz Caruso –  che la parte della scultura fatta rimuovere dalla mia amministrazione comunale – per poche ore lasciata su un selciato all’esterno del deposito comunale, probabilmente per errore di qualche operaio – oggi è custodita nel migliore dei modi. Risulta mancante, invece, la parte della scultura contenente la frase di Sergio Cosmai, fatta rimuovere dall’allora sindaco Occhiuto, pezzi della quale sono stati ritrovati tra i rovi all’esterno di un altro deposito comunale. Appena si rinverranno le parti mancanti, l’intera scultura sarà ricollocata in altro luogo idoneo ad assicurare l’incolumità pubblica.  In ultimo, senza tema di smentita, posso affermare che l’accusa di “smargiassata” che Lei on. Sgarbi mi ha indirizzato può a ben ragione essere rivolta ad altri, così come “l’atto di barbarie” di cui parla Maurizio Orrico è stato compiuto dall’ ex Sindaco di Cosenza, compagno e amico dello stesso artista. Ritengo, dunque la polemica montata sulla rimozione della parte di scultura rimasta integra da parte della mia amministrazione del tutto strumentale e biasimevole, anche per i temi riferiti all’assassinio di Sergio Cosmai, in cui, penso e spero, Lei sia stato coinvolto in maniera del tutto inconsapevole”.
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