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“Il dolore, Sintomo o malattia? Quale ruolo per il farmacista”: svolto il corso organizzato dall’Ordine dei Farmacisti di Catanzaro con la “Fondazione il Caduceo”

“Il dolore, Sintomo o malattia? Quale ruolo per il farmacista”. Se n’è parlato nell’ambito di un corso organizzato dall’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Catanzaro in collaborazione con la “Fondazione il Caduceo”, sabato 27 maggio, nella sala convegni del Complesso Monumentale del San Giovanni.

Un evento incentrato su un aspetto estremamente “pratico”, che pone il punto focale sull’esperienza fatta sul campo dai professionisti intervenuti, non solo su dettagli squisitamente teorici. Perché il tutto è possibile grazie al continuo confronto e all’interazione col paziente. Ma su cosa si basa il dolore? Sulla scorta delle casistiche affrontate, i relatori intervenuti hanno portato estratti del proprio vissuto, rispondendo alle domande scaturite nel dibattito, moderato dal professor Luca Gallelli dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, Dirigente Medico presso UO di Farmacologia clinica e Farmacovigilanza, nonché responsabile scientifico dell’evento.

Ad inaugurare la mattina di lavori, il saluto del presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Catanzaro, nonché componente del Comitato Centrale FOFI, il dottor Vitaliano Corapi, evidenziando quanto sia evoluta, per certi versi, la figura del farmacista, durante e dopo la pandemia: “Uno dei pochi aspetti positivi lanciati dal covid, è stata la concezione che le persone hanno avuto del farmacista – osserva il presidente -. Siamo stati gli unici sempre aperti e disponibili, ventiquattro ore su ventiquattro, al servizio dei cittadini, rispondendo alle loro esigenze e dando consigli validi per affrontare la triste realtà che si viveva. Ma se da un lato siamo stati apprezzati dagli utenti, tuttavia ci siamo scontrati con le carenze del sistema sanitario, che ci hanno portato a fare vaccinazioni e tamponi. Insomma, indipendentemente dal percorso che inizia e si conclude in un’università, il farmacista ha bisogno di crescere e formarsi in farmacia”.

Entrando nel merito del corso, ad avviare l’ordine delle relazioni (che hanno riscontrato sempre vivo confronto tra i partecipanti), la professoressa Caterina Pace, professore ordinario Anestesia e Rianimazione dell’Università degli Studi di Napoli. Sempre a proposito dell’efficacia della formazione, stando alle parole della professoressa Pace è opportuno “cambiare linguaggio” per interagire e cercare di risollevare il paziente dal dolore: “La relazione con il paziente è un momento di cura fondamentale, dobbiamo andare oltre e capire cosa stia vivendo dentro di sé, come entità soggettiva”, sostiene.

Così, ricollegandosi alle parole del presidente dell’Ordine, Corapi, anche il dottor Stefano Raspa (titolare dell’omonima farmacia, a Lamezia Terme) sottolinea l’importanza della farmacia, come punto di riferimento quando si ha un malessere o vi siano segnali da cogliere: “Fondamentale fare formazione adeguata alle norme vigenti – dice Raspa -. Oltre alla multidisciplinarietà occorre continua collaborazione tra medico e farmacista per raggiungere il migliore risultato per il paziente”.

Eloquenti le parole della dottoressa Lucia Muraca, presidente AISD Calabria (l’associazione italiana per lo studio del dolore): “Serve un linguaggio comune per gestire il paziente con dolore, non un trattamento complesso – osserva -. Il gioco di squadra, tra le pari, fa la forza”.

“È necessario avere massima attenzione e conoscenza nel consigliare farmaci, anche per i nutraceutici, chiedendo sempre al paziente”: questo il monito lanciato dal professore Antonio Leo, farmacologo, docente dell’UMG di Catanzaro, per quanto riguarda il trattamento del dolore.

Prima della consueta compilazione del questionario, dunque, la conclusione affidata al dottore Antonio Calignano, professore ordinario in Farmacologia settore BIO/14 dell’Università di Napoli: “Nell’individuazione di un sintomo, la cosa importante è utilizzare una terapia capace di poter controllare il dolore – afferma Calignano – che è, sì, un fenomeno spiacevole, ma al contempo ci aiuta ad imparare ed a avere un segnale che qualcosa non va. È importante controllarlo, ma mai abolirlo”.

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