Il primo round del processo che vede come imputato Klaus Davi per i manifesti affissi a Milano in cui il boss della Ndrangheta Rocco Papalia veniva ritratto in abiti femminili è finito con un nulla di fatto. L’udienza, avvenuta questa mattina a Milano, è stata rinviata per un problema di notifica a un coimputato. La nuova udienza è stata fissata il 20 gennaio alle 9.30 sempre a Milano.
Klaus Davi è accusato di aver leso la reputazione del boss con quei manifesti. Il titolare del procedimento è il sostituto Fabio De Pasquale che quindi rappresenta l’accusa. Klaus Davi è difeso da Eugenio Minniti(Foro di Locri) e Simona Giannetti (Foro di Milano). Il giudice monocratico designato e’ la dottoressa Vincenzina Greco mentre il presidente di sezione è la dottoressa Fabrizia Pironti di Campagna.
I manifesti fanno parte di una campagna pubblicitaria del giornalista con taglio satirico iniziata nel 2017, i suoi 6X3 affollarono i muri di Milano con protagonisti i boss della malavita milanese, ne dedicò altri in varie città italiane a Matteo Messina Denaro, Totò Riina, Rocco Morabito, Nicola Assisi e Giuseppe Giorgi; a fine 2017, poi, prese di mira Gino “La Belva” Molinetti, tappezzando spazi di Reggio Calabria, mentre a Sant’Onofrio – provincia di Vibo Valentia – ne appese altri con protagonista Domenico Bonavota. Klaus Davi ha già annunciato che i ‘ritratti’ verranno tutti esposti in una mostra dedicata al tema delle virilità nella mafia.