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“La roba che non è per te!”: al Liceo Campanella-Fiorentino di Lamezia un percorso PNRR contro le dipendenze

Si è concluso con grande partecipazione al Polo Liceale “Campanella Fiorentino” di Lamezia Terme, diretto dalla Dott.ssa Susanna Mustari, il progetto PNRR “La roba che non è per te!”, un percorso che ha intrecciato testimonianze, musica e riflessioni, coinvolgendo oltre cento studenti in un’esperienza intensa e autentica sul tema delle dipendenze.

Guidati dalle docenti Ippolita Riommi e Annamaria Maione, i ragazzi hanno affrontato un viaggio educativo arricchito dal contributo della Comunità Terapeutica Fandango, realtà di Lamezia Terme che da oltre trent’anni opera nel settore delle dipendenze, accompagnando percorsi educativi e riabilitativi in tutta la Calabria. Le voci degli esperti, le storie di chi ha vissuto il dolore delle dipendenze e la disponibilità degli operatori hanno reso ogni incontro un momento di crescita e di responsabilità condivisa.

A rafforzare l’attività formativa, si è aggiunto il programma Spread, dedicato alle strategie preventive e al contrasto delle dipendenze comportamentali e da abuso, che ha permesso di affrontare con un approccio innovativo e integrato le sfide educative legate ai nuovi rischi per gli adolescenti.

Il progetto ha avuto come finalità quella di offrire agli studenti strumenti concreti per interpretare la realtà che li circonda, puntando a rafforzare la percezione del pericolo, a consolidare la capacità di resistere alle pressioni sociali e a favorire l’acquisizione di competenze utili per compiere scelte responsabili e adottare stili di vita sani.

La giornata conclusiva ha restituito un clima di ascolto attivo e partecipazione sincera: dopo i saluti della Dirigente Scolastica, sono intervenuti Roberto Gatto, presidente della Comunità Fandango, Elio Anfosso presidente dell’Associazione Zarapoti, Claudio Falbo, responsabile prevenzione del Ceis e Andrea Barbuto, coordinatore della proposta educativa. Le docenti Riommi e Maione hanno espresso la loro gratitudine alle referenti progettuali della Comunità Fandango, l’assistente sociale Angelina Ianchello e il tecnico della riabilitazione psichiatrico Adriana Barbarossa, per la calorosa disponibilità ed il loro prezioso contributo, fondamentali per il successo dell’iniziativa.

Molti gli studenti che hanno voluto condividere le proprie riflessioni, confermando l’efficacia dell’intervento e la forza delle esperienze vissute.

La scuola deve essere il luogo in cui i giovani imparano a riconoscere i rischi e a costruire strumenti di difesa e di crescita – ha dichiarato la Dirigente Mustari – e questo progetto ha dimostrato quanto sia importante investire nella prevenzione e nell’educazione alla consapevolezza, trasformando la comunità scolastica in uno spazio di confronto e di costruzione del futuro”.

L’iniziativa ha ribadito con forza il valore della scuola come presidio educativo e sociale, capace di accompagnare i ragazzi in un percorso di responsabilità e autonomia, offrendo loro la possibilità di crescere con maggiore coscienza e di affrontare le sfide della vita con strumenti solidi e condivisi.

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