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Catanzaro, domani l’amministrazione comunale commemorerà Peppino Impastato. Bosco: “Il suo lascito resta intatto nel tempo. Ricordare non è una formalità”

L’Amministrazione comunale ha deciso di commemorare il 47° anniversario dell’uccisione di Peppino Impastato, giornalista e attivista politico, assassinato dalla mafia il 9 maggio del 1978. Ne dà notizia il presidente del Consiglio comunale, Gianmichele Bosco, precisando che “la cerimonia commemorativa avrà luogo domattina alle 11:30 presso l’opera “A(u)Tutto volume”, collocata in prossimità delle scalinate che dal conventino di Sant’Antonio portano ai giardini di San Leonardo e viceversa. Insieme con il sindaco e la giunta – aggiunge Bosco – deporremo un omaggio floreale ai piedi dell’opera che ricorda Impastato, alla presenza del suo autore, Simonluca Spadanuda e degli studenti del liceo artistico De Nobili, che lo coadiuvarono quando venne realizzata”.
Secondo il presidente del Consiglio, “questi momenti di condivisione e ricordo sono doverosi e tutt’altro che formali. D’altra parte – ha aggiunto Bosco – se abbiamo voluto inserire a suo tempo un’opera come quella di Spadanuda, presso la quale onoreremo la memoria di Peppino Impastato, nel progetto Scalinate d’Artista è proprio perché crediamo nella necessità di lasciare tracce concrete e tangibili che, al di là delle date delle ricorrenze, ci ricordino ogni giorno il valore dell’impegno civile antimafia, che è pilastro di libertà e democrazia e in nome del quale ci sono eroi che hanno sacrificato la propria vita. Impastato fu uno di loro, lo fu con abnegazione e un’intelligenza molto speciale, che si espresse con le armi dell’ironia tagliente e della denuncia sociale forte attraverso le frequenze di Radio Out ma anche con quelle della militanza politica, robusta e intransigente, in Democrazia Proletaria. Un impegno civile a tutto tondo, quindi, quello di Peppino – ha concluso il presidente del Consiglio – che mai si risparmiò e che oggi è un lascito destinato a restare intatto nel tempo come uno degli esempi più limpidi e alti per un Paese che troppo spesso ha il limite grave della memoria corta”.
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