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Catanzaro: al Teatro Comunale intensa e appassionante rappresentazione di “Sabato, domenica e lunedì”

Sabato, domenica e lunedì”, commedia in tre atti diretta dall’attore e regista Francesco Passafaro, ha regalato un altro momento di grande teatro nell’ambito del cartellone di “Domenica d’Incanto”. L’evento, parte del ricco programma del Teatro Incanto, ha coinvolto il pubblico con una rappresentazione intensa e appassionante, portando in scena le dinamiche familiari alla maniera di Eduardo De Filippo.
La storia della famiglia Priore, segnata da incomprensioni quotidiane e piccoli drammi domestici, ha conquistato il pubblico affezionato del Teatro Comunale, regalando un’altra domenica all’insegna della cultura e della riflessione.
Rosa Priore, interpretata con maestria da Francesca Guerra, è la protagonista che cerca di tenere insieme una casa che sembra sfuggirle di mano. Mentre si dedica con amore alla preparazione del ragù alla napoletana, simbolo di una tradizione che unisce e rassicura, la sua vita familiare attraversa un momento di crisi: i figli sono distanti, il padre è anziano e il marito Peppino non la guarda più come un tempo.
A complicare la situazione c’è il ragioniere Ianniello, che non fa che adularla, scatenando la gelosia di Peppino. Il conflitto esplode proprio di domenica, quando il marito decide di liberarsi del fardello, innescando una serie di eventi che hanno tenuto il pubblico con il fiato sospeso.
Francesco Passafaro, direttore artistico del Teatro Comunale e intenso interprete di Peppino, ha guidato gli spettatori in un viaggio emotivo e intellettuale, rendendoli parte della scena. «Con questa commedia – ha spiegato Passafaro – volevamo far immergere il pubblico nella vicenda, come se i personaggi fossero persone reali con cui conviviamo ogni giorno. Non è solo teatro, è un’analisi della famiglia che, pur con il suo impianto comico, diventa una riflessione profonda sulla vita di tutti i giorni».
La sceneggiatura, ricca di dialoghi brillanti e situazioni riconoscibili, ha permesso agli attori di dare vita a personaggi complessi e sfaccettati, rendendo lo spettacolo un’esperienza coinvolgente. «Il testo di Eduardo – ha aggiunto Passafaro – ha una capacità unica di trasformare la commedia in un’esperienza emotiva, un viaggio nei cuori e nelle menti dei protagonisti».
Un grande applauso è andato a tutti gli attori in scena: Daniela Filippis, Giuseppe Mauro, Francesco Calvano, Maurizio Giungato, Teresa Valentino, Ludovica Cucchiara, Alice Saturnino, Andrea Benefico, Anna Palmese, Gastone Barberio, Michele Muzzi, Roberto Malta, Elisa Condello e Francesca Guerra. (Direttrici di scena: Marinella Bruno e Carmen Antoci.)
L’auspicio della compagnia del Teatro Incanto, che con questo spettacolo inaugura i festeggiamenti per i vent’anni di attività, è quello di rendere sempre più il Teatro Comunale un vero “Teatro della Felicità”, punto di riferimento non solo per gli spettacoli, ma anche per momenti di condivisione e celebrazione.
«Non è solo pubblicità – ha sottolineato Passafaro –. Cerchiamo di valorizzare aziende che fanno cose particolari, perché è bello comprare online, ma è ancora più bello sostenere chi crea eccellenza nel nostro territorio».
«È tempo che i catanzaresi si innamorino della loro città», ha aggiunto con convinzione il regista. Per rafforzare questo legame, il teatro ha deciso di riproporre le storie di una persona che ha amato profondamente Catanzaro ed è stato ricambiato: Nino Gemelli.
Dal 19 febbraio, in occasione del segno zodiacale dei Gemelli, partirà un contest sui social intitolato “Sei la mia anima Gemelli”. Fino al 14 febbraio, i partecipanti avranno la possibilità di vincere biglietti per lo spettacolo di mercoledì 19 febbraio, “Setta, Ottu, Nova e Decia”.
Il Teatro Comunale di Catanzaro si conferma così un luogo vivo e dinamico, capace di offrire non solo spettacoli di qualità, ma anche occasioni di festa, socialità e cultura.
«Dobbiamo riempire il teatro – ha concluso Passafaro – e condividere questa bellezza con tutti. È un invito a riscoprire la nostra città e a innamorarsene di nuovo, partendo proprio dal teatro».

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