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 ‘Ndrangheta, per processo “Stige” in appello chiesta conferma condanne

Il pubblico ministero della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio ha chiesto alla Corte d’appello di Catanzaro la conferma della sentenza di primo grado nei confronti degli imputati nel processo celebrato con rito ordinario nato dall’operazione Stige. Il processo d’appello riguarda 53 dei 54 imputati condannati in primo grado dal Tribunale di Crotone il 25 febbraio 2021.

L’operazione Stige, nel 2018, ha fatto luce sulle infiltrazioni della cosca cirotana Farao-Marincola nel tessuto politico ed economico del crotonese. Sono state complessivamente 180, tra esponenti del clan, politici ed imprenditori, le persone a processo tra rito abbreviato – per il quale c’è stata già la sentenza d’Appello (con 58 condanne e 14 assoluzioni) – e rito ordinario. Il primo grado del rito ordinario (che vedeva imputate 78 persone) è iniziato il 4 marzo 2019, si era concluso dopo due anni di udienze con 54 condanne e 24 assoluzioni. Tra le condanne 30 anni per associazione mafiosa sono stati inflitti a Silvio e Giuseppe Farao; sono stati riconosciuti colpevoli di associazione mafiosa gli ex amministratori comunali di Cirò Marina: l’ex sindaco Nicodemo Parrilla (condanna a 13 anni) e l’ex assessore Giuseppe Berardi (15 anni e 6 mesi); l’ex primo cittadino di Strongoli, Michele Laurenzano, è stato condannato ad 8 anni per concorso in associazione mafiosa. Il processo di Appello ha sancito anche la definitiva assoluzione di 24 persone (per le quali non è stato presentato ricorso dalla Procura) tra cui ci sono molti imprenditori che erano rimasti coinvolti nell’operazione.

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