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Il Premio Vittorio De Seta di Legambiente Catanzaro e Clorofilla Film Festival è andato a Sara Del Dot e a Carlotta Marrucci per il film “What we fight for”

E’ stato consegnato sabato sera sul palco del Magna Graecia Film Festival il Premio Vittorio De Seta di Legambiente Catanzaro e Clorofilla Film Festival che, per l’edizione 2024, è andato a “What we fight for”di Sara Del Dot e Carlotta Marrucci. La Giuria della commissione è stata presieduta da Franco Blandi che era presenta alla proiezione della pellicola, nella sala 7 del The Space Cinema di Catanzaro, insieme alla presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, al presidente di Legambiente Catanzaro, Andrea Dominjianni e ad alcuni volontari dell’Associazione ambientalista.

Il film “What we fight for”, nel raccontare la storia di Eli, Sude e Nahid, tre donne iraniane oppresse dal regime degli Ayatollah, affronta il tema della condizione del rifugiato, in bilico tra il desiderio di una vita libera e migliore e le mille barriere che ostacolano questa aspirazione. Tre donne, che attraverso le loro vite, i loro sogni e la loro determinazione, ci portano nella realtà dell’infanzia negata ai bambini nei campi profughi, nella disperazione delle persone migranti in viaggio lungo le rotte europee costellate di violenza, indifferenza e abbandono. Tre sguardi diversi, uniti dal comune desiderio di lottare per cambiare le cose, non solo per se stessi, ma anche per chi verrà dopo.Tre storie, quelle raccontate nel film, che mettono in risalto la stupidità e disumanità di chi si ostina a negare alle persone il diritto di muoversi liberamente. Storie che ci portano direttamente alla sensibilità del maestro Vittorio De Seta, che ha dedicato tutta la sua opera a raccontare il mondo degli ultimi e che proprio a questi temi ha dedicato il suo ultimo film “Lettere dal Sahara”.

Due le menzioni speciali del Premio andate a  “Molise Tropico Felice” di Luigi Grispello e “Tracce di Rocco”di Marina Resta. Il documentario “Molise, tropico felice” racconta, con sensibilità e attenzione, un territorio poco noto, quasi dimenticato. Focalizzandosi su quattro piccoli comuni molisani, il film esplora la vita di queste comunità che tentano di resistere alla modernità, preservando la loro cultura e il loro legame con la natura. Impossibile non pensare al cinema di Vittorio De Seta, che proprio su questo confine, tra cultura popolare e modernità, ha realizzato opere mirabili negli anni ’50 del Novecento. “Molise, tropico felice” merita questa menzione, per la sua capacità di far riscoprire e sentire un territorio che, come recita un murales nel borgo di Civitacampomarano, “Il Molise non esiste, resiste”, celebrando la resilienza di una regione e dei suoi abitanti contro l’oblio della cultura popolare e l’invadenza della modernità.

Il documentario “Tracce di Rocco” si distingue per il suo profondo omaggio alla memoria storica e culturale del Sud Italia. Attraverso un viaggio nella Basilicata del passato e del presente, la regista esplora la vita e l’eredità di Rocco Scotellaro, poeta, scrittore, sindaco del suo paese natale Tricarico, in Basilicata. Il film, nel solco dei temi cari a Vittorio De Seta, tra materiali d’archivio e riprese nei luoghi, crea un dialogo affascinante tra epoche e mondi apparentemente diversi. Le tracce della vita di Scotellaro, i luoghi significativi, le rappresentazioni iconografiche, onorano la sua figura e la sua influenza duratura sulla cultura lucana, mettendo in luce la complessità e le trasformazioni della regione.

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