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All’UMG si è discusso di rigenerazione urbana e sociale e del ruolo degli Enti del Terzo Settore

Discutere di “rigenerazione urbana”, dopo la recente applicazione del Codice del Terzo Settore e la Riforma del titolo V della Costituzione, sembra una scelta dettata dalle mode del momento. In realtà si tratta di una scelta obbligata per le amministrazioni pubbliche e le istituzioni tutte, ma soprattutto per la comunità globalmente intesa, che di rigenerazione urbana è la vera destinataria oltre che la protagonista.

Di questo l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro sembra essersene resa conto, accogliendo di buon grado la proposta dell’Onmic (Opera Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili) e del suo presidente regionale, Giorgio Ventura, di riunire lunedì mattina, attorno al tavolo del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia, diretto dal professore Rocco Reina, e con il coordinamento della docente Marzia Ventura, rappresentanti istituzionali e del mondo del Terzo Settore.

L’intento era quello di esaminare la questione della rigenerazione urbana alla luce dell’apporto che il mondo del Terzo Settore dà alla ridefinizione delle periferie e dei luoghi delle città che richiedono un’attenta disamina per la loro complessità sociale. Quello che nell’Europa degli anni ’60 era un processo di “riqualificazione” dal punto di vista abitativo, è divenuto negli anni un fenomeno che abbraccia più aspetti di cui l’Italia si è accorta decenni dopo, con la Riforma del titolo V e, soprattutto, con la Riforma del Terzo Settore che, come ha avuto modo di sottolineare l’assessora alle Politiche Sociali del Comune di Catanzaro, Giusy Pino, ha portato alla riorganizzazione dell’azione amministrativa. I mezzi messi in campo dal Comune di Catanzaro per far sì che la rigenerazione urbana avesse un approccio sociale sono stati poi elencati da Antonio De Marco, che, in qualità di responsabile della programmazione comunitaria del capoluogo di regione, ha curato le varie fasi di Agenda Urbana per l’affidamento e la riqualificazione di immobili comunali ad enti del Terzo Settore, il Social Innovation Hub, ed ora il Fondo Metro Plus per la sperimentazione di processi di rigenerazione delle periferie di concerto con gli Enti del Terzo Settore. “Negli anni scorsi sono stati portati avanti delle azioni di riqualificazione di alcune strutture di viale Isonzo, una delle zone di Catanzaro a rischio devianza –ha affermato De Marco – Il risultato? Quelle strutture oggi sono state completamente vandalizzate, a conferma del fatto che se l’intervento previsto non è concordato con la comunità locale, risulta essere “imposto”. Ecco perché oggi il nuovo Codice del Terzo Settore prevede un approccio del tutto nuovo nella programmazione, che è un processo condiviso”.

E’ stato poi Stefano Morena, direttore del Centro Servizi al Volontariato di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia “Calabria Centro”, a mettere un po’ d’ordine nel fare riferimento all’amministrazione condivisa, che trova i suoi principi fondanti nell’articolo 118 della Costituzione per quanto attiene al principio di sussidiarietà, e negli articoli 54 e 55 del Codice del Terzo Settore per il coinvolgimento attivo degli Enti del Terzo Settore in attività di co-progettazione e co-programmazione. “Non può esserci rigenerazione urbana senza rigenerazione sociale – ha ribadito il direttore Morena- Il processo di rigenerazione urbana oggi implica il coinvolgimento attivo delle comunità locali e degli Enti del Terzo Settore per la loro vicinanza ai territori. L’amministrazione condivisa si applica attraverso i regolamenti ed i patti di collaborazione, ma per essere “normata”, deve poter essere prevista negli statuti delle amministrazioni comunali. Solo così potrà diventare una prassi consolidata”.

Un primo passo verso un’interlocuzione partecipata è stato avviato, intanto, con il recepimento, da parte del Comune di Catanzaro, delle osservazioni al Piano Strategico Comunale redatte dal Forum del Terzo Settore di Catanzaro-Soverato e dal CSV Calabria Centro, in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia dell’UMG. “La nostra idea è stata quella di concentrarci sulle persone, e non solo sul recupero degli spazi pubblici – ha chiarito Rosario Bressi, portavoce del Forum del Terzo Settore- Si è trattato non solo di un momento di confronto, ma di co-protagonismo, a riprova del ruolo che il mondo del Terzo Settore può esercitare in questo contesto”.

Sul criterio di inclusività che deve contraddistinguere la rigenerazione urbana ha invece insistito il presidente della Camera di Commercio Pietro Falbo, in risposta al processo di desertificazione dei centri urbani ed al crollo demografico degli abitanti dell’Europa, di contro all’aumento progressivo degli abitanti del vicino continente africano.

Tra gli enti del Terzo Settore invitati ad intervenire e ad esporre il proprio punto di vista, in riferimento all’ambito di applicazione, l’ONMIC nazionale – in particolare il vicepresidente, Francesco Martini, ha puntato il proprio intervento sul cambiamento di paradigma del concetto di disabilità nel corso degli anni, mentre il Garante regionale delle persone con disabilità, Ernesto Siclari, ha insistito sull’opportunità di fare rete per confrontarsi sulle singole disabilità – ed il comitato provinciale dell’Unicef, nella persona della nuova presidente Stella Franco, che ha auspicato che anche la città di Catanzaro possa diventare “città amica dell’Unicef” nel programmare nell’interesse dei minori.

Da sottolineare l’intervento della docente universitaria Paola Chiarella, la quale, facendo riferimento all’articolo 2 della Costituzione, ed ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale dei cittadini, ha rimarcato ciò che contraddistingue gli ETS nel realizzare il principio di solidarietà attraverso il contrasto alla logica del dominio e della conquista. Le conclusioni sono state invece affidate alle docenti Lucia Montesanti e Rossana Caridà.

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