“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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La festa del XVII Febbraio a Reggio Calabria a 850 anni dalla nascita del movimento valdese

Ricorrono quest’anno gli 850 anni dalla nascita del movimento valdese. Iniziò nel 1174, infatti, la predicazione di Valdo di Lione, un ricco mercante il quale, nel leggere i Vangeli e altri scritti biblici che aveva fatto tradurre in francese, restò colpito in particolar modo dalle parole rivolte da Gesù nell’incontro con il giovane ricco: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». Valdo decise, allora, di abbandonare la moglie, far accogliere le figlie in un monastero e offrire tutta la sua ricchezza ai poveri. In seguito si circondò di un gruppo di seguaci assieme ai quali, fatto voto di castità e di povertà, andò in giro a predicare il messaggio evangelico.
Sia tale anniversario sia il quarantennale dell’intesa fra lo Stato italiano e la Chiesa Evangelica Valdese (conclusa il 21 febbraio 1984 e approvata con la legge 449/1984) conferiscono un significato particolare all’imminente “XVII Febbraio – Festa della libertà dei Valdesi”, ricorrenza con la quale tutti i valdesi – in Italia e in Svizzera, in Uruguay e in Argentina – ricordano annualmente l’emanazione, il 17 febbraio 1848, delle “Lettere patenti”, editto con il quale Carlo Alberto di Savoia stabiliva che «i Valdesi sono ammessi a godere di tutti i diritti civili e politici de’ Nostri sudditi, a frequentare le scuole dentro e fuori delle Università, ed a conseguire i gradi accademici». Sebbene in tali “Lettere patenti” il Re di Sardegna puntualizzasse che «nulla è però innovato quanto all’esercizio del loro culto [dei Valdesi] ed alle scuole da essi dirette», esse rappresentano comunque l’inizio di un lungo, accidentato e ancora incompiuto percorso dei valdesi – e non soltanto dei valdesi – verso la conquista di un’autentica parità religiosa nel nostro Paese.
Da quel giorno del 1848 è tradizione che, anno per anno, il XVII Febbraio sia gioiosamente ricordato dal popolo/chiesa valdese come il segno prodigioso della grazia di Dio, per il dono della libertà, tanto sofferta ma finalmente conquistata. La “Festa del XVII Febbraio” è, quindi, per i credenti, una festa religiosa, ma è anche una festa laica perché riguarda la libertà di tutti, poiché la libertà e il diritto esistono solo laddove vengono riconosciuti ad ognuno, senza distinzione di cultura, religione o condizione sociale. Questa “festa”, insomma, è un’occasione per riflettere sulle possibili libertà future che bisognerà garantire all’interno di un quadro giuridico del diritto nel nostro Paese, ma anche all’interno di una dimensione culturale e sociale dove questi diritti esigono uno spazio.
La “Festa del XVII Febbraio” è particolarmente sentita nelle Valli del Pinerolese, ma ha comunque luogo, iniziando con l’accensione dei ‘feux de joie’, ovunque esista la presenza valdese. A Reggio Calabria, la Festa – alla quale sono invitate le delegazioni di vari organismi ecumenici cittadini – si svolgerà domenica 18, con inizio alle 17.30, nei locali della chiesa in Via Possidonea: al Culto commemorativo, presieduto dal pastore Francesco Sciotto (presidente della ‘CSD-Diaconia valdese’), seguiranno la presentazione di una «Breve storia del Valdismo e dei Valdesi a Reggio Calabria, dalle origini ad oggi» (un opuscolo a colori realizzato dalla comunità reggina a partire dai registri della chiesa) e, a conclusione della “Festa”, i tradizionali «Canti intorno ai falò».

 

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