La tv tedesca ProSieben manderà in onda lunedì un’inchiesta sulla ‘ndrangheta in cui un investigatore di spicco tedesco parla fra l’altro di immagini di torture perpetrate da componenti dell’organizzazione criminale calabrese. Lo anticipa un comunicato dell’emittente sottolineando che dal documentario emerge come, “per la mafia, la Germania” sia “il più grande luogo di affari dopo l’Italia”.
Il programma dal titolo “Jenke. Crimine. La lotta contro la mafia”, dal nome dell’autore (Jenke von Wilmsdorff), “cerca risposte alla domanda su quale sia l’influenza della mafia italiana in Germania”, sulla economia, società, sicurezza, sintetizza la nota. Il giornalista televisivo, scrittore (e anche attore) “parla con vittime della mafia, testimoni chiave, ex mafiosi, giornalisti, politici e funzionari di polizia” come l'”investigatore-capo sulla criminalità organizzata, Christian Hoppe, e si fa spiegare” come le forze dell’ordine siano riuscite “a penetrare” in telefoni cellulari “ritenuti a prova di microspia”.
Hoppe spiega che attraverso gli apparecchi passano fra l’altro “la droga che viene offerta, il denaro ricevuto, e anche punizioni”: “Le minacce, l’annuncio della presa di ostaggi”, a “volte anche con immagini di torture compiute ‘con successo’. In modo da poter dimostrare al proprio capo di aver eseguito ciò che era stato ordinato”.
In Germania le indagini hanno portato a 1.400 arresti e a più di 3.600 procedimenti preliminari, che finora hanno generato più di 4.500 anni di carcere, ricorda la nota.