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Calderoli non molla: “Autonomia differenziata shock indispensabile. Col ddl delega sistemeremo tutto”

“Oggi si sanno i criteri specifici della delega. Allora era impossibile. Ora presenteremo il ddl delega con tutti questi concetti e potremo sistemare”.

Lo ha detto il ministro degli Affari Regionali, Roberto Calderoli, in occasione della lectio magistralis tenuta all’Istituto di criminologia di Vibo Valentia.

“E’ stata eccepita la genericità dei criteri e dei principi direttivi della delega. Lo sapevo? Sì – ha spiegato – Ma la prima definizione dei Lep è in questa legge, e la Corte Costituzionale l’ha accettata. Il problema è che fino ad oggi ci si è mossi in un terreno sconosciuto. La Corte dice che i diritti civili e sociali e il livello minimo di erogazione è definito dalla prima parte della Costituzione. Ma nella prima parte della Costituzione ci sono principi generali, che nessuno è mai andato a definire. Noi invece abbiamo individuato tutti i diritti e i livelli essenziali, è una relazione di 370 pagine, più di 230 livelli essenziali”.

“Per tutto il resto – ha affermato ancora il ministro – la sentenza è auto applicativa, cioè additiva, sostituisce e censura certe parole non costituzionali con altre dettate dalla Corte stessa e che sono orientativamente costituzionalmente rispettate. ‘Manca la motivazione rispetto al principio di sussidiarietà’. Ma io l’ho messa nell’articolo 1, nei principi fondamentali – ha proseguito – Se l’ho messa nell’articolo 1 varrà per tutti gli altri”.

“Un’altra cosa che mi ha disturbato è il capitolo sulla solidarietà, come se noi fossimo venuti meno a quei principi. E’ un nervo scoperto ma io ne voglio parlare. I residui fiscali: in Italia, secondo Bankitalia, su 21 tra Regioni e Province a statuto ordinario ce ne sono 6 che hanno il segno negativo davanti e 15 col segno positivo, spendono più di quello che ricevono. La somma dei residui dà un negativo di 93 miliardi, una maggiore entrata. Di questi 53 vanno a vantaggio delle Regioni con minor capacità fiscale e gli altri allo Stato. Quindi il principio della solidarietà è già insito nel sistema e nessuno ha mai detto di voler toccare il residuo fiscale. Continueremo a essere solidali. Io vorrei una boccia trasparente in cui si capisce chi mette i soldi e chi li prende. Le riforme spaventano, ma se tutti stessimo bene allora si potrebbe andare avanti come sempre, ma se ci sono realtà che non stanno bene, allora vanno affrontate in termini di riforme”.

“Quello che ci deve preoccupare e che dice l’Ocse, è che le Regioni locomotiva sono entrate in una trappola di sviluppo. L’Ocse dice: tra dieci anni ci sono tre Regioni, Piemonte Liguria e Toscana, che possono entrare in area di transizione, da essere locomotiva ad avere la necessità di essere aiutate. Ci vuole uno choc, dice l’Ocse, attraverso la devoluzione delle competenze, cioè l’Autonomia differenziata. Anni fa ho visto un film, in cui al presidente degli Usa gli scienziati annunciavano l’arrivo di un meteorite. A un certo punto il meteorite si è iniziato a vedere in cielo e le autorità rispondevano, ‘don’t look up’, ‘non guardate in aria’. Noi invece in aria guardiamoci, vediamo arrivare il meteorite e se riusciamo spostiamoci”.

Calderoli nel corso della sua relazione ha ironizzato sull’invito all’istituto di Criminologia, non essendo lui né un magistrato né un docente. “Allora è perché sono un criminale… sarei un criminale se fossero veri gli insulti che mi vengono rivolti da chi è contrario all’autonomia differenziata. Io voglio spaccare il Paese? Sarebbe un reato. Ma la divisione del nostro paese c’è già, rispetto alle aree svantaggiate, le piccole isole, le zone montane. Le diversità nell’esercizio dei diritti io la voglio superare, non incrementare. Io attenterei alla durata media della vita dei cittadini del Mezzogiorno perché impedisco l’erogazione dei servizi sanitari? Mi viene attribuita anche la volontà di favorire mafie e criminalità organizzata e non capisco perché. Il mio obiettivo è far crescere il nord e il sud del Paese e quindi farlo crescere tutto. L’Autonomia non è una bestemmia, non l’ho introdotta io, non è stata creata dalla riforma del titolo V, è contenuta nella Costituzione. Per me la differenziazione è una necessità rispetto alle caratteristiche di questo Paese. Non vedo nulla di negativo nella differenziazione se non nella malinterpretazione di voler penalizzare qualcuno a favore di qualcun altro. Il Pil è uno, o crescono tutti o andiamo tutti a fondo. Quelli che mi accusano di incrementare le differenze non possono attribuire tutto ciò che non va all’autonomia differenziata perché essa ancora non c’è, prova ne è che un referendum non è stato accolto. La responsabilità di quanto successo finora – ha concluso – va attribuita al centralismo, che va corretto”.

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