Nello straordinario scenario naturale di Punta Pezzo, si è svolto lo spettacolo narrativo-musicale “Nel mito di Capo Cenide”, un evento che ha unito mito, musica e memoria in un’esperienza suggestiva e profondamente identitaria.
Protagonista della serata è stato il Musicantore Fulvio Cama, che ha intrecciato parole e musica per raccontare — con intensità e autenticità — questi luoghi a partire proprio dal mito di Capo Cenide, tratto dal racconto delle Metamorfosi di Ovidio. Proprio da quelle pagine nasce la figura affascinante e complessa di Cenide, bellissima fanciulla tessala, vittima della violenza di Poseidone, che – come atto di risarcimento – esaudisce il suo desiderio di essere trasformata in uomo: così nasce Ceneo, guerriero invincibile e potente della mitologia greca.
Un mito che parla di trasformazione, ambiguità, forza e fragilità, che risuona profondamente nei movimenti opposti e alternati delle correnti dello Jonio e del Tirreno, le stesse che danzano nello Stretto. In questa duplicità — maschile e femminile, calmo e impetuoso, luce e abisso — si riflette l’identità sfaccettata di questa terra, così come i suoi miti.
Accanto alla narrazione di Cama, intensa e toccante, gli interventi sapienti del Prof. Daniele Castrizio hanno guidato il pubblico in un viaggio affascinante tra i versi dell’Odissea e altre fonti antiche. Castrizio ha spiegato come il termine Italia abbia avuto origine proprio da questo tratto di costa, ricordando le vicende di Eracle, ha evocato la statua perduta di Poseidone, guardiano mitico dello Stretto, e ha citato la figura di Giocasto, figlio di Eolo e fondatore leggendario di Reggio Calabria, rivelando come la storia e il mito siano inscindibilmente legati in questa ricchissima terra.
Due musicisti d’eccellenza, Alessandro Calcaramo e Giuseppe Maira, hanno accompagnato lo spettacolo di Fulvio Cama con sonorità profonde, intrecciandosi ai racconti come echi antichi e melodie nuove.
In un luogo dove i miti sono nati — tra le scogliere, le correnti e il respiro del mare — la narrazione si è fatta potente, viva. Il pubblico, numeroso e attento, ha assistito con emozione, per quasi due ore, volate con leggerezza come la brezza di Maestrale, a una serata che è andata ben oltre il semplice spettacolo: un rito collettivo, una rievocazione identitaria.
In scena anche la Nonna Silvana, gozzo a vela latina Campione d’Italia 2022, che grazie al suo armatore Carmelo Iannò era sullo sfondo della scena come una sentinella silenziosa, ormeggiata nella danza delle correnti, elegante testimone del sapere antico dei Maestri d’Ascia che rischia l’oblio. Simbolo della bellezza artigianale, in netto contrasto con le moderne costruzioni sintetiche, ci ricorda quanto sia importante custodire la memoria e le tradizioni che hanno formato il nostro presente.
Preziosissima la presenza del fotosub Francesco Turano, per il servizio fotografico d’eccellenza e per il suo breve intervento teso a ricordarci che la bellezza dello Stretto non risiede solo nel mito, nel canto e nella memoria passata, ma anche nella flora e nella fauna sommerse, che sono ancora presenti ma che oggi rischiano l’estinzione, se mancano consapevolezza e rispetto dell’ambiente. Il 25 agosto, sempre qui a Capo Cenide, Turano presenterà il suo ultimo libro “Teoria Mediterranea”, in dialogo con Maria Cavallo e con gli intermezzi musicali di Fulvio Cama.
Un ringraziamento speciale va alla Sindaca Giusy Caminiti, la cui visione politica e culturale continua a dimostrare come la valorizzazione del territorio passi anche — e soprattutto — attraverso eventi di qualità, capaci di mettere insieme contenuti, emozioni e professionalità alte.
Ma “Nel mito di Capo Cenide” è solo la prima tappa di un percorso appena iniziato. Un progetto artistico e culturale che mira a continuare a raccontare le molte storie che in questi luoghi hanno casa e radice. Storie che emergono dal mare, si intrecciano con la terra, e che ancora oggi parlano a chi sa ascoltarle. Un viaggio che continuerà, per restituire voce ai miti, dignità alla memoria e futuro alla cultura calabrese.