Note che salvano la vita perché suonare può diventare un modo per sopravvivere all’orrore, per strappare i giorni alla morte e per custodire la musica condannata all’oblio e alla censura. Questa la vibrante testimonianza Heinz Jacob (Coco) Schumann, il jazzista tedesco di origine ebraica, che da giovane venne deportato prima nel campo di concentramento di Theresienstadt, dove entrò nell’ensemble Ghetto Swingers, e successivamente in quello di Auschwitz. Il chitarrista, autentica leggenda dello swing, riuscì a sopravvivere ai campi di sterminio anche grazie al suo jazz. Morì a 93 anni nel gennaio del 2018, proprio qualche giorno dopo la Giornata della Memoria, in cui ogni anno si ricordano le vittime della Shoah.
La sua storia, dentro la grande storia, è stata narrata in parole e note in occasione cella conferenza concerto “Il Jazz, musica degenerata, Coco Schumann e i jazzisti nel campo di Terezìn”, nell’ambito della rassegna Synergia 47, promossa dall’associazione Amici della Musica Nicola Antonio Manfroce, presieduta da Antonio Gargano, e finanziata nell’ambito dell’avviso pubblico Eventi culturali 2021 della Regione Calabria.
A raccontarla, nella cornice del teatro comunale Manfroce di Palmi, il musicista reggino, anche docente di Composizione, Armonia, Arrangiamento e Storia del Jazz presso il conservatorio Frescobaldi di Ferrara, Pasquale Maria Morgante. Lo hanno affiancato la lettrice Lilly Sgrò, il chitarrista Romolo Calandruccio, la sassofonista Emanuela Timpano e il fonico Fortunato Serranò. A Pasquale Maria Morgante si deve uno studio approfondito di Coco Schumann, diventato protagonista dei suoi spettacoli, autentici incontri animati con la storia.
Dalla propaganda di Joseph Goebbels al rogo dei libri del 1933 e alla persecuzione dell’arte, dal jazz genere degenere in Germania tra il 1933 e il 1939 al Ghetto Swingers nel lager di Terezìn. Ecco alcuni nuclei attraverso i quali si è dipanata l’articolata narrazione.
«È una passione nata per caso che però mi ha subito accesso ed entusiasmato. Ho eseguito tante ricerche su Coco Schumann, conducendo uno studio unico in Italia che mi ha portato anche a incontrare Mara Chiaretti, regista romana di un filmato che contiene una preziosa testimonianza del grande jazzista. Un documento importante, dal punto di vista umano e storico, con il quale abbiamo concluso la serata. In esso Schumann racconta come la musica Jazz, bandita e considerata degenere, fosse invece nei campi, in qualche modo lontano dagli occhi del regime che la vietava, molto apprezzata e ricercata. Grazie ad essa molti poterono salvarsi. Questa è una delle tante contraddizioni che ha riguardato il regime nazista che in nome di una ideologia estrema violò la vita, la dignità e la libertà di milioni di persone e soffocò molte forme d’arte, pur apprezzandone il valore», ha raccontato Pasquale Maria Morgante.
La rassegna Synergia 47 proseguirà sabato prossimo 4 febbraio 2023, alle ore 19, sempre nella cornice del Teatro comunale Manfroce di Palmi, con Benedetto Lupo al pianoforte.