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L’ira dei pazienti onco-ematologici di Reggio Calabria: “Solo bugie sull’operato della dottoressa Stelitano”

Si sono mobilitati in tanti per contestare le non veritiere notizie sull’operato della dottoressa Caterina Stelitano, ematologa presso il nosocomio G.O.M – Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria “accusata ingiustamente qualche giorno fa sulla stampa”, secondo quanto scritto in una lettera aperta di pazienti ed ex pazienti onco-ematologici curati proprio dalla Dottoressa reggina.

“Siamo un nutrito gruppo di pazienti e siamo profondamente indignati, offesi da un articolo divulgato lo scorso 15 ottobre, dove viene accusata l’ematologa di “indifferenza” nei confronti di un paziente. In questo articolo, si parla di malasanità ma, non è così. Teniamo a precisare e ad urlarlo a gran voce che tutto quello che è stato scritto nell’articolo ovattato come lo sfogo di una moglie di un paziente, non risulta assolutamente veritiero. Noi che abbiamo vissuto la paura, la frustrazione e, soprattutto, il dolore, comprendiamo lo stato di impotenza di chi sta accanto ad un malato, il terrore di perderlo, di non riuscire a fare tutto per continuare a vivere. Ma questo non ci giustifica a prendercela con chi, invece, quotidianamente, mette al servizio del prossimo la sua vita, lasciando spesso da parte la famiglia, gli affetti più cari come fa oramai da anni, la dottoressa Stelitano”.

I pazienti profondamente colpiti da un racconto che mette ombre sull’operato impeccabile dell’ematologa, ci tengono anche a precisare che “per un desiderio di verità, la Stelitano oltre ad essere un medico preparatissimo, fiore all’occhiello del reparto di Ematologia, è un professionista come pochi, disponibile, empatico, accogliente, con tanta esperienza e rigore intellettuale. Con amore e passione, la dottoressa esercita questa professione fatta di mente, cuore e mani e si prodiga per tutti i pazienti nonostante, ogni giorno, lotti con turni di lavoro massacranti, gravi difficoltà e carenze presenti nel nostro ospedale”.

“Vi chiederete cosa vogliamo? La verità – tuonano gli ammalati-. Le scuse dei vili autori di questo articolo. Ci domandiamo come mai non ci sia una smentita da parte della Direzione Sanitaria dell’ospedale nel tutelare un suo onesto dipendente. Forse, ce lo auguriamo, starà provvedendo nelle opportune sedi. Al giornale invece, vogliamo dire che l’aver rettificato l’articolo eliminando i nomi e tagliando le parti più vergognose, non si attenua la nostra indignazione anzi, ci sentiamo presi in giro. Infine, a differenza della lettera pubblicata per conto della Signora X, noi abbiamo il coraggio di rendere pubblici i nostri nominativi perché non si può infangare una professionista di scienza e di coscienza che è sempre scesa in trincea a lottare con uomini, donne, bambini, giovani affinchè la speranza non si spegnesse mai.

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