É una strage di bambini quella che ha segnato per sempre l’alba di domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro, quando il caicco carico di migranti proveniente dalla Turchia si è sbriciolato nello schianto con una secca a poche decine di metri dalla spiaggia. Delle 72 vittime accertate ad oggi, 28 sono i minori, di cui 19 in tenera età e 9 tra i 13 e i 18 anni.
E a distanza di nove giorni dalla tragedia, le acque dello Ionio crotonese continuano a restituire corpi senza vita. Come quello di una bimba di nemmeno tre anni e di una donna afghana, poi identificata, di circa 30 anni, recuperati entrambi in mattinata.
Così, di volta il volta, si rinnova lo strazio comune dei soccorritori, impegnati senza tregua nelle ricerche ormai da tanti giorni, e dei familiari, che, sconvolti, continuano a battere l’arenile a caccia di una qualsiasi traccia. O di qualcosa che possa aiutarli nel disperato tentativo di tenere vivo il ricordo dei loro cari imbarcatisi con il sogno di approdare in Europa. Dovrebbe essere di nazionalità afghana anche l’ultima piccola vittima recuperata in mare da un’unità navale della Guardia costiera.
La bimba, che al momento non ha un nome, era stata già avvistata ma il recupero era stato ostacolato dal repentino cambio delle correnti marine. La lunga permanenza in acqua ha fortemente deteriorato il corpo della piccola e, a parere di quanti hanno partecipato alle operazioni di recupero, sarà davvero difficoltoso riuscire a darle un’identità. Da stamane sono iniziate le operazioni di sepoltura delle vittime.
Nel cimitero di Crotone è stato tumulato Hamid Nizami, un ragazzo afghano di 24 anni non ancora compiuti. L’inumazione, come prevede il rituale musulmano, e su richiesta dei parenti, è avvenuta nella nuda terra. La Prefettura di Crotone ha avviato contatti con l’ambasciata afghana a Roma per il rimpatrio delle salme. Le vittime di quella nazionalità sono la maggioranza, 57, ma potrebbero insorgere delle difficoltà a livello burocratico per via dei difficili rapporti tra il Governo italiano e il regime dei talebani.
Domani, secondo quanto si è appreso, la rappresentanza diplomatica di Kabul dovrebbe inviare una nota alla Prefettura di Crotone con le varie opzioni di trasferimento.
Risolto un intoppo burocratico, hanno lasciato il Palamilone anche le salme delle vittime pakistane grazie all’intervento dell’Ambasciata del Paese asiatico. Tra le salme che saranno rimpatriate con un volo diretto, c’è anche quella della campionessa di hockey Shahida Raza. In patria è stata anche riportata la salma dell’unica vittima tunisina.
La Procura della Repubblica di Crotone ha già concesso il nulla osta per la sepoltura di tutte le salme, 65 delle quali sono state identificate, mentre non si fermano nel tratto di mare teatro della tragedia le operazioni di ricerca dei dispersi. Uomini e mezzi di Guardia costiera, Questura, carabinieri, Guardia di finanza, vigili del fuoco e Protezione civile regionale vanno avanti senza sosta, con l’ausilio di mezzi aerei, navali, sommozzatori e droni.