“Monsignor Savino coglie nel segno: l’emergenza incendi è certo anzitutto frutto di una crisi di valori, ma lo è anche sotto il profilo di un sistema che va ripensato radicalmente, sotto i profili della prevenzione e della repressione”.
Lo dice il sindaco di Cassano all’Ionio, Gianpaolo Iacobini, commentando le dichiarazioni rese dal Presule cassanese poche ore dopo l’incendio arrivato a minacciare l’integrità del santuario della Madonna della Catena. “Una scena drammatica, già vissuta negli anni passati – sottolinea Iacobini – che questa volta ha rischiato di trasformarsi in tragedia, evitata solo grazie al prezioso lavoro svolto dai frati custodi della struttura, da diversi cittadini e dalla Polizia Locale, dalle associazioni di volontariato e dalla squadra comunale di manutenzione, che sono riusciti ad arginare l’avanzata del fuoco a pochi metri dalle mura del santuario, prima del provvidenziale arrivo dei Vigili del Fuoco e dei mezzi aerei di Calabria Verde, sino a quel momento impegnati in altri scenari altrettanto tragici”. Prosegue il primo cittadino: “Per quanti, con sprezzo del pericolo, si sono prodigati per salvaguardare il santuario, proporrò, nei prossimi giorni, un encomio solenne. Al tempo stesso, anche alla luce dei roghi che da una ventina di giorni vanno ripetendosi con frequenza quasi quotidiana sul territorio cassanese come altrove, occorre interrogarsi e ricercare soluzioni adeguate, perché i roghi verificatisi, come rileva monsignor Francesco Savino, non sono semplicemente il frutto di fatalità o cattiva manutenzione, ma gli strumenti di una guerra sempre più evidente contro lo stato diritto, la natura e la comunità”. Sottolinea Iacobini: “Pene certe e più severe devono fare il paio con una sempre più incisiva attività di controllo e prevenzione, che non può essere delegata solo ai Comuni, sprovvisti di mezzi e risorse. Occorre rivedere, probabilmente, le scelte che portarono alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato. Ugualmente, è da rivedere l’organizzazione territoriale dei Vigili del Fuoco, con la riattivazione urgente del presidio di Trebisacce. Ancora, è da ipotizzare un maggior coinvolgimento dei pastori e dei cacciatori nella tutela del patrimonio ambientale, come sperimentato con successo qualche anno addietro in Aspromonte”. Suggerimenti e proposte, aggiunge Iacobini, “affatto esaustivi ma utili per un confronto da svilupparsi in sede istituzionale, nel dialogo con il mondo dell’associazionismo e con le agenzie educative, per salvaguardare il Creato ed assicurare giustizia e tutela dell’ambiente, presupposti imprescindibili per la crescita e lo sviluppo di ogni comunità”.