“Salvaguardare, valorizzare e trasformare in una motivazione turistico-esperienziale, uno dei tasselli storici e culturali del puzzle identitario e distintivo ereditato dal vasto territorio di Saracena. È anche questo l’impegno dell’Amministrazione Comunale proiettata verso la riqualificazione e la ri-funzionalizzazione del patrimonio del Convento dei Cappuccini. Con questa strategia e prospettiva, l’Esecutivo civico si appresta a portare in Consiglio Comunale l’atto di accettazione della donazione della struttura: il primo passo che segna l’inizio di un nuovo capitolo per questo complesso monastico di inestimabile valore e, più in generale, per la costruzione della destinazione Saracena”.
TESORO STORICO E ARCHITETTONICO UNICO NEL SUO GENERE IN CALABRIA
È quanto fa sapere il Sindaco Renzo Russo tracciando la roadmap dei prossimi step amministrativi che porteranno all’acquisizione al patrimonio comunale di uno dei complessi monastici considerati più autentici ed originali del Meridione, fondato giuridicamente il 23 giugno 1588 e che si distingue per l’eccezionale conservazione delle dimensioni proprie del cosiddetto Canone Cappuccino.
IL SINDACO: OBIETTIVI CHIARI PER IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE
“È questo – sottolinea il Primo cittadino – uno degli elementi che lo rende un unicum nel panorama dei conventi calabresi e del Sud Italia. Già nel 1650, la sua consistenza, con ben 22 celle, le stanze claustrali, lo riconosceva tra i più importanti e capienti dell’Ordine in Calabria.
L’intera struttura – continua – è in stato di abbandono ed incuria, con gravi problemi di infiltrazioni di acque meteoriche che hanno causato crolli al tetto e ai controsoffitti, mettendo a rischio affreschi e porzioni murarie. Un tempestivo intervento di recupero – evidenzia – era ed è cruciale per salvare ciò che ancora esiste nella sua struttura originaria e per iniziare a costruire scenari inediti ed inesplorati. Basti pensare che dal 1915 il Convento è stato chiuso ed in più di un secolo sono stati effettuati solo due interventi: nel 1991 i lavori di consolidamento sulla chiesa ad opera della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cosenza; nel 1994 opere di manutenzione ordinarie e straordinarie sulla parte di tetto ancora esistente del convento, autorizzate regolarmente dalla Soprintendenza, per interessamento dell’Associazione UVIP di Saracena e con la partecipazione di tutta la comunità”.
SARACENA PER CAMMINO BASILIANO COME O CEBREIRO PER CAMMINO SANTIAGO
“L’attenzione della squadra amministrativa è finalizzata ad invertire il processo di declino del tempo e dell’abbandono, trasformando il Convento dei Cappuccini in un polo di attrazione culturale e turistico-esperienziale, in grado di diversificare ed arricchire la complessiva proposta del Paese del Moscato Passito. Il recupero di questo bene culturale – chiarisce il Sindaco – va al di là del livello comunale o religioso, assumendo una grande valenza regionale che consentirà di inserirlo in un progetto più ampio, come tappa fondamentale e strategica degli itinerari monacali e di fede. Vogliamo insomma che il complesso monastico di Saracena diventi, per il Cammino Basiliano o per quello Niliano, come O Cebreiro per il Cammino di Santiago de Compostela. L’obiettivo primario resta la completa riqualificazione e valorizzazione, per restituire quest’opera straordinaria alla fruizione diffusa come tappa obbligata nella e per la scoperta della Calabria straordinaria”.
PROSSIMO PASSO: ACCETTAZIONE DONAZIONE IN CONSIGLIO COMUNALE
“Con l’accettazione formale nelle prossime settimane della donazione del Convento dei Cappuccini in Consiglio Comunale, potranno essere avviate concretamente le procedure per il reperimento dei fondi e l’avvio dei lavori di restauro e recupero. Anche e soprattutto in questo caso – conclude Russo – siamo di fronte alla conferma della volontà politica, già chiaramente rappresentata nel nostro programma elettorale, di preservare e valorizzare il patrimonio storico e identitario cittadino, recuperandolo al degrado laddove necessario e comunque ripensandone funzioni e fruizione in chiave di sviluppo sociale, culturale ed economico”.