Il candidato a sindaco di Rende, Giovanni Bilotti affronta uno dei temi chiave del suo programma elettorale, la sostenibilità: “con un certo e non celato stupore abbiamo sentito riproporre in questi giorni il termine “perequazione” in rapporto ai piani urbani della città. Riesumare un tale concetto significa, se mai ce ne fosse stato bisogno di evidenziarlo, non essere affatto ancorati alla realtà, ma soprattutto -e questo detto da chi aspira a guidare Rende appare ancor più grave- significa non conoscere le leggi a tutela del nostro territorio, nello specifico la Legge urbanistica regionale. Uno strumento questo irrinunciabile per una terra come la nostra dal fragile assetto idrogeologico”.
L’ingegnere arrivo poi al fulcro della questione: “Siamo al totale sfacello rispetto a un discorso che dovrebbe misurarsi invece e soltanto con le attuali normative regionali e nazionali e non con il vecchio piano regolatore che vedeva un solo attore a decidere per la città: il costruttore”.
Il candidato a sindaco per “GenerAzione”, poi, prosegue spiegando che: “un punto nodale nel nostro programma elettorale è proprio quello della sostenibilità urbana: porre il cittadino e le sue esigenze, il rispetto dell’ambiente e l’attenzione per i rischi idrogeologici al centro di un discorso sulla città che deve interessare tutti gli attori coinvolti, in primis i cittadini.
Diciamo basta alla vecchia urbanistica ormai da anni obsoleta e priva di una visione strategica e di insieme. La nuova legge infatti, prevede una progettazione di piano per ambiti e non per singoli lotti al fine di definire dei parametri caratterizzanti e qualificanti un intero ambito urbano e non solo le esigenze appartenenti alla singola particella catastale. A Rende questo iter procedurale è purtroppo bloccato da più di dieci anni. A seguire ciò che afferma certa parte politica torneremo indietro di ulteriori cento anni!”
Per questo dobbiamo fare di Rende un modello di città vivibile e a misura di tutte e tutti”.
Bilotti passa poi in rassegna i punti specifici del suo programma: “Verde urbano, mobilità dolce ed energia pulita per migliorare la qualità della vita nei quartieri e costruire una città più sostenibile, accessibile e sana: vogliamo avviare il Piano di Accessibilità Urbana (PAU) per garantire a tutte e tutti il diritto alla mobilità autonoma e sicura, oltre ad effettuare mappature delle barriere architettoniche e sensoriali, con la pianificazione di interventi mirati su marciapiedi, incroci, edifici pubblici, scuole e spazi culturali. Inoltre vogliamo introdurre percorsi tattili per persone cieche e ipovedenti come già fatto all’interno del Parco Robinson, segnaletica accessibile, rampe, servoscala e semafori sonori.
Tutto deve concorrere affinché la nostra città continui ad essere polmone verde dell’area urbana. L’incremento dei percorsi ciclopedonali integrativi di quelli già esistenti da Quattromiglia al Parco Robinson, si inserirebbero in un progetto più ampio che concerne il miglioramento della funzionalità del traffico urbano. Pensiamo ad un servizio di mobilità per un’area urbana allargata grazie ad una programmazione ad hoc pensata per potenziare una rete che prediligerà i percorsi a piedi o su due ruote.
L’adesione al consumo di suolo zero e ai principi di sostenibilità ambientale è dunque per noi conditio sine qua non per una scelta che incentiva proposte di mobilità urbane alternative rispetto all’utilizzo dell’automobile: significa riduzione del traffico e dell’inquinamento, favorendo la sostituzione con mobilità ciclistica o pedonale, trasporto pubblico locale e uso condiviso e multiplo dell’automobile. Ciò deve essere pensato non solo nel territorio urbano dei Comuni di Rende e di Cosenza, ma anche nel territorio dei comuni limitrofi. Basti pensare al collegamento tra lo svincolo autostradale e la zona industriale che libererà dal traffico pesante via Marconi, oltre al realizzando svincolo autostradale di Settimo, che garantirà un collegamento adeguato tra lo svincolo, la nuova stazione di S. Maria di Settimo e l’Università della Calabria”.
“Capiamo che questo sia troppo da digerire per qualche candidato a sindaco poco avulso al cambiamento e a lasciare spazio ad altri che non siano sé stessi. E si dia spazio alla ibridazione, se questa è sinonimo di dinamicità e mescolanza: da qui si parte per costruire il nostro futuro”, ha concluso il candidato a sindaco di Rende.