“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Paola: il 26 giugno sit-in davanti al carcere a tutela della Polizia Penitenziaria

Si preannunciano giornate di protesta e lotta sindacale nella Casa circondariale di Paola. Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, con i colleghi di UilPa-Sinappe e FnsCisl, ha infatti redatto una nota unitaria per denunciare le gravi criticità del personale di Polizia Penitenziaria in servizio e che sfocerà, lunedì 26 giugno 2023, in un sit-in e manifestazione di protesta davanti al carcere con conferenza stampa.

Ferma la posizione dei sindacalisti: “Di recente è stata riaperta la prima sezione nella Casa Circondariale di Paola, per ospitare detenuti provenienti da altri istituti in sfollamento. Questa modalità organizzativa, a ridosso della stagione estiva, ha determinato uno squilibrio sul piano ferie precedentemente pianificato e concordato tra l’Amministrazione Penitenziaria e le organizzazioni sindacali. In tale circostanza si è obbligati a comprimere il diritto soggettivo del personale. L’Istituto paolano è ormai da tempo abbandonato dall’

Amministrazione centrale, infatti, si vuole ricordare che dal 2018 al 2023 numero 27

unità sono state poste in quiescenza senza sostituzione, e nel corso degli anni, si è avuto modo di assistere ad una compressione in termini di unità della pianta organica. Detto ciò, urge ricordare che nel 1997 la pianta organica dell’Istituto paolano era di oltre 210 unità con una perdita, ad oggi, di più di 100 unità di personale di Polizia Penitenziaria. Negli anni sono stati effettuati lavori di implementazione tecnologica, che invece di essere d’ausilio al personale, hanno aggravato il loro lavoro, “la tecnologia deve aiutare l’uomo non sostituirlo”, solo grazie allo spirito di attaccamento al lavoro della Polizia Penitenziaria in forza all’Istituto di Paola ha permesso lo svolgimento della regolare attività, senza il blocco della stessa. Ogni appartenente al Corpo è stato costretto a sopperire alla mancanza di organico, aumentando il personale carico di lavoro prodigandosi in più posti di servizio”.

Per SAPPE, UilPa-Sinappe e FnsCisl, “la Direzione dell’istituto della Casa Circondariale di Paola ha sempre posto in essere ogni azione organizzativa e gestionale, cercando di garantire i diritti soggettivi del personale e il buon andamento dell’intero Istituto per tali motivi gli va riconosciuto un grande merito, ma purtroppo senza mezzi e personale il futuro della Casa Circondariale di Paola desta molta preoccupazione. Gli eventi critici sono diventati una consuetudine, specialmente per la presenza di detenuti psichiatrici. Il personale necessita di garanzie, ha bisogno che l’Amministrazione Penitenziaria sia presente per questo ci rivolgiamo al Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria a cui chiediamo, in via di urgenza: un incremento immediato di almeno 6 unità, la sostituzione del personale posto in quiescenza negli anni; una convocazione da parte del Provveditore presso la Casa Circondariale di Paola al fine di verificare in un lavoro congiunto i carichi di lavoro diventati estenuanti; la rimodulazione dell’attuale pianta organica che rispecchi, nella realtà, le vere esigenze dell’Istituto”.

Per tutte queste ragioni, SAPPE, UilPa-Sinappe e FnsCisl preannunciano, a partire dal 26 di giugno una conferenza stampa, con un successivo sit in, davanti al cancello dell’Istituto, sensibilizzando anche l’opinione pubblica.

Pieno sostegno alla protesta della Polizia Penitenziaria di Paola ed ai segretari del SAPPE Salvatore Panaro e Gerardo Coscarella arriva da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “”Ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinchè le giuste proteste dei colleghi di Paola trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere di Paola. Gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno. Non dimentichiamo che contiamo ogni giorno gravi eventi critici”.

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