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“In montagna con il cuore (in sicurezza)”: in programma per il 17 luglio un’iniziativa di monitoraggio e prevenzione del rischio cardiovascolare a cura delle sezioni CAI di Cosenza e Castrovillari

“La montagna fa bene allo spirito, apre gli occhi e la mente verso nuovi orizzonti, allena il passo ad un ritmo più lento ed empatico. La montagna, però, va vissuta con prudenza e consapevolezza, e questo riguarda anche i rischi connessi all’ipertensione arteriosa, più frequenti quando si sale di quota”. Lo afferma in una nota il CAI di Cosenza.
“Per questo motivo, – prosegue la nota – la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA), in collaborazione con la Commissione Medica del Club Alpino Italiano ed altri enti di ricerca a livello nazionale, promuove per domenica 17 Luglio un’interessante iniziativa di prevenzione: in più di 50 rifugi alpini e appenninici, escursionisti e alpinisti potranno misurare la pressione arteriosa e ricevere alcune informazioni sulla salute del cuore in montagna, dalle ore 10 alle ore 17 circa. L’iniziativa riprende quella, già organizzata con successo, negli ultimi anni pre-COVID19: in occasione della misurazione pressoria verrà compilato un questionario e, ove possibile, effettuata una ossimetria cioè una misurazione delle percentuale di Ossigeno nel sangue per valutare l’ossigenazione del sangue alla quota raggiunta.
In Calabria, due i luoghi coinvolti nell’iniziativa: per la sezione CAI di Castrovillari, il rifugio Biagio Longo, in territorio di Mormanno, per la sezione CAI di Cosenza il luogo d’incontro sarà Silvana Mansio, nel piazzale antistante il locale “la Silvanetta”, all’ingresso del villaggio.
Invitiamo tutti, escursionisti e non, coloro che decideranno di trascorrere una domenica nella freschezza e nel verde dei paesaggi silani e del Pollino, a recarsi dalle 10 alle 17 presso i punti di monitoraggio indicati.
Come rilevato da una serie di studi effettuati nell’ambito dei progetti HIGHCARE sull’Everest, sulle Ande e sulle Alpi dall’Istituto Auxologico Italiano di Milano e dall’Università Milano-Bicocca, l’esposizione acuta all’ipossia (ridotta disponibilità di ossigeno per i tessuti e gli organi) che caratterizza l’alta quota può far salire la pressione arteriosa in modo significativo, sia in chi solitamente ha una pressione normale, sia nelle persone che già soffrono di ipertensione arteriosa, con differenze legate ad alcune caratteristiche individuali tra cui l’età.
Dedicare un po’ del proprio tempo alla prevenzione può quindi essere utile a conoscere il comportamento della propria pressione in quota, – conclude il CAI – per consentire a chi ama la montagna di effettuare ascensioni con maggiore sicurezza, mettendo in atto semplici misure protettive adeguate in collaborazione con il proprio medico e/o presso ambulatori specializzati coordinati da SIIA, CAI, SIMeM e Istituto Auxologico.
In montagna con il cuore, dunque, ma avendo a cuore la propria salute!”.
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