Violazione dei diritti degli indagati, spettacolarizzazione delle operazioni di polizia giudiziaria e dei processi: sono solo alcune delle motivazioni che hanno indotto il coordinamento delle camere penali calabresi a proclamare l’astensione dalle udienze e da ogni attivita’ giudiziaria nel settore penale per il prossimo 20 luglio.
Dito puntato essenzialmente contro le Procure, a cominciare da quella distrettuale di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, sicuramente la piu’ esposta nella regione “oramai divenuta – a detta dei penalisti – la Calabria giudiziaria delle centinaia di ordini di cattura eseguiti nottetempo, nell’ambito di quei maxiprocessi, meglio definibili processi straordinari, in cui vengono concentrati presunti innocenti in forza di una interpretazione giuridicamente eccentrica, da parte della pubblica accusa, dell’istituto della connessione, che rende tutto (mafiosamente e non teleologicamente) connesso”. In questo quadro “la concentrazione mediatica e’ rivolta esclusivamente alle cosiddette maxi-operazioni distrettuali calabresi, veri e propri bastimenti in cui vengono ‘ammassati’ esseri umani considerati e trattati come presunti colpevoli”. Per non parlare della spettacolarizzazione del maxi-processo ‘Rinascita-Scott’ con la diretta televisiva delle richieste di condanna “a reti mediatiche unificate per garantirne l’ascolto da talkshow di prima serata”.
I penalisti censurano “l’utilizzo di tale forma di mediaticita’ della giustizia calabrese” definita “una vera e propria arma di distrazione di massa in grado di impedire all’opinione pubblica di conoscere il reale stato della giustizia penale della nostra regione e, nello specifico, del distretto della Corte di Appello di Catanzaro, in cui, invero, si assiste alla concreta demolizione dei diritti dei cittadini indagati e imputati che formulano istanze di liberta’ nonche’ dei cittadini che sono stati ‘sequestrati dallo Stato’ ossia le persone che sono state ingiustamente detenute mediante provvedimenti giudiziari che si sono rivelati sbagliati, errati”.
In proposito il coordinamento delle camere penali calabresi denuncia che “le istanze di liberta’ rivolte da presunti innocenti, persone indagate e imputate sottoposte a misure cautelari personali, molte delle quali carcerarie, al piu’ alto organo di giustizia di merito, il Tribunale di Catanzaro in funzione di giudice dell’appello cautelare, subiscono un’anticamera, prima che ne sia trattato il merito, di molti mesi, con grave, intollerabile lesione del dettato costituzionale della presunzione di non colpevolezza e del principio della minima sofferenza”.
Ma se l’indagato e l’imputato – osservano i penalisti – sono costretti ad attendere molti mesi prima che un giudice decida sulla loro istanza di remissione in liberta’, “analoga sorte non veniva destinata, sino a poco tempo addietro, agli appelli cautelari proposti dall’Ufficio di Procura distrettuale, fissati, trattati e decisi con una celerita’ che sarebbe stata ammirevole se non avesse impattato con l’ingiustificato e incomprensibile trattamento differenziato dedicato alle istanze di liberta’ dei presunti innocenti; una inaccettabile metodologia che e’ cessata anche in seguito alle vibrate proteste dei penalisti calabresi”. Quanto poi alle istanze volte al riconoscimento della ingiusta detenzione, “presentate dalle vittime della giustizia ingiusta, persone depredate della liberta’ (e della propria vita) a seguito di provvedimenti giudiziari riconosciuti giuridicamente sbagliati, l’attivita’ di monitoraggio condotta dalle Camere penali calabresi e dagli Osservatori in seno alle stesse ha consentito di appurare dati a dir poco inimmaginabili: dinanzi alla Corte di Appello di Catanzaro giacciono, da anni, istanze di riparazione per ingiusta detenzione, addirittura presentate nell’anno 2021, che sono in attesa di fissazione, trattazione e decisione, configurandosi una situazione grave e intollerabile” oltre che una “grave violazione dell’articolo 111 della Costituzione e dell’articolo 5 della Convenzione Edu”.
Il documento e’ stato sottoscritto dalle camere penali di Castrovillari, Catanzaro, Cosenza, Lamezia Terme, Locri, Palmi, Paola, Reggio Calabria, Rossano, Vibo Valentia e Crotone. (AGI)