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Richiesta di arresto per Minnenna già ad aprile. Il gip: “Ora con incarico di assessore alla Regione Calabria rischio inquinamento prove”

Dagli atti emerge che il gip di Forlì aveva respinto, nell’aprile scorso, una prima richiesta di misura cautelare nei confronti di Marcello Minenna. Una “originaria valutazione”, scrive il gip nell’ordinanza cautelare, che però “può essere completamente rivisitato alla luce di nuovi elementi”.

I nuovi elementi sono l’incarico che Minenna aveva avuto come assessore della Regione Calabria e “il contenuto di una conversazione telefonica captata sull’utenza di Minenna”.

Il giudice afferma che nel provvedimento del 19 aprile scorso “si escludeva il pericolo di inquinamento probatorio” perché “l’indagato non risultava più ricoprire il suo incarico di Direttore Generale dell’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane, da cui era stato rimosso a seguito del meccanismo dello spoils system per le determinazioni assunte dal nuovo governo”. Ma, sostiene il gip, “questi motivi vanno rivisti essendo emerso che” l’indagato ora ricopre un altro incarico, “altrettanto rilevante e prestigioso, essendo egli divenuto Assessore nella Giunta della Regione Calabria con una molteplicità di deleghe di assoluto rilievo” che compartano anche la “gestione delle risorse dei soldi legati alla attuazione del PNRR per la Regione Calabria”.

“Proprio questo importante ruolo affidatogli all’interno della Giunta regionale della Calabria, nonché di cerniera tra Regione Calabria e Ministeri coinvolti nella attuazione del PNRR, oltre che assessore con delega alle società partecipate dell’ente territoriale, consente di ritenere che egli disponga di molteplici possibilità per inquinare le prove che si devono ancora assumere, esercitando sui singoli funzionari dell’Agenzia delle Dogane da escutere, ma anche su altri dipendenti pubblici, concrete azioni di pressione”, aggiunge il gip. Quanto alla conversazione captata, osserva il gip, “si evince la sua volontà addirittura di incidere proprio nella fase procedimentale sui pubblici ministeri della Procura di Roma che stanno svolgendo indagini a suo carico”.

Nelle esigenze cautelari che hanno portato ai domiciliari Marcello Minenna, ex numero uno dell’Agenzia delle Dogane, si afferma che un ulteriore “elemento di novità consente di ritenere egualmente che il reato” contestato a Minenna “non rappresenti un unicum, quanto, piuttosto, un costante modus operandi delinquenziale, ripetibile in ogni altra istituzione nella quale egli è chiamato a svolgere un ruolo di rilievo, quale è quello attuale di Assessore della Giunta regionale calabrese”. Si tratta, afferma il gip di Forlì, “della intervenuta notifica nei suoi confronti dell’avviso di conclusione delle indagini dalla Procura della Repubblica di Roma per fatti gravi commessi tra febbraio e dicembre 2020”. Il giudice afferma che dall’atto dei pm della Capitale emerge che a Minenna sono contestati i reati di violenza, minaccia e calunnia emesso il 31 gennaio scorso in cui risultano persone offese tre dirigenti dell’Agenzia delle Dogana. Reati che “rappresentano espressione chiara della personalità criminale dell’indagato il quale non ha esitato a commettere anche reati al fine di rimuovere ogni funzionario dell’Agenzia delle Dogane che intendesse contrastare la propria gestione padronale di siffatta Istituzione”.

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