“Ho presentato una interrogazione al ministro della Giustizia in riferimento all’inchiesta Aemilia e ai rapporti tra politica e cosche in Emilia Romagna e nello specifico a Reggio Emilia. Sulla vicenda avevo gia’ presentato nella scorsa legislatura una interrogazione alla quale pero’ non ebbi alcuna risposta”.
Lo dichiara il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (FI).
“Ho presentato quindi una nuova interrogazione al ministro dopo aver appreso che la Dda di Bologna produsse ed invio’ al Gabinetto del ministro la relazione utile ai fini della risposta alla mia precedente interrogazione, che pero’ non fu mai utilizzata, e dopo l’intervista di oggi pubblicata da Il Giornale al magistrato Roberto Pennisi, gia’ pm della Procura Nazionale antimafia”, spiega.
“Pennisi infatti solleva forti perplessita’ sulle indagini svolte a suo tempo che coinvolsero due esponenti di Forza Italia, Giuseppe Pagliani e Giovanni Paolo Bernini, vittime di un accanimento giudiziario terminato con il totale proscioglimento per entrambi”, prosegue Gasparri.
“Nell’intervista fa riferimento non solo ad una relazione che lo stesso Pennisi invio’ e che non fu utilizzata ma anche ad una nota dei servizi segreti secondo la quale nelle vicende ‘erano coinvolti vari esponenti del partito Democratico reggiano’. Pennisi aggiunge che nella informativa dei servizi segreti ‘di spunti ce n’erano tanti, con nomi e cognomi’ in riferimento al Pd ma che invece furono indagati soltanto Pagliani e Bernini ribadendo che per Bernini ‘non c’erano gli elementi per chiedere la custodia in carcere'”, puntualizza.
“Una vicenda inquietante dopo la quale il capo del pool dei magistrati che condusse l’inchiesta Aemilia e successivamente la pubblica accusa nel maxi Processo Aemilia, il pm Marco Mescolini, e’ stato allontanato sine die dalla intera regione Emilia Romagna, con il voto unanime dell’Assemblea plenaria del Csm per incompatibilita’ ambientale. Ho chiesto quindi al ministro di poter conoscere il contenuto delle relazioni prodotte dalla Dda di Bologna che dalla Procura Nazionale antimafia e prendere ogni iniziativa possibile per fare chiarezza su questa vicenda. Auspico una pronta risposta di Nordio mentre biasimo la mancata risposta dei suoi predecessori, i ministri Bonafede e Cartabia”, conclude.