“Mi ha scritto Pino Masciari, testimone di giustizia, due giorni fa, indignato perché lo Stato ha deciso di revocare la misura della protezione della tutela nei suoi confronti”. E’ quanto afferma, in una nota, Luigi de Magistris. “Ho conosciuto Pino Masciari – aggiunge – quando ero giovane pubblico ministero a Catanzaro. Era già testimone di giustizia, perché da imprenditore calabrese, con coraggio, aveva denunciato la ‘ndrangheta. Quella che spara, quella che collude, quella dei colletti bianchi e anche i magistrati che la proteggevano. Per tutelare la sua incolumità lo Stato per proteggerlo ha preso lui e la sua famiglia, come pacchi postali, portandoli in località protetta, lontani dal pericolo imminente. Ha perso il suo lavoro, la sua terra, le sue amicizie. Per non piegarsi alla criminalità organizzata e per dare fiducia allo Stato. Pino non è un collaboratore di giustizia che ha fatto crimini e poi ha collaborato con la giustizia, è un testimone di giustizia. Una persona, un lavoratore, un marito, un padre, aveva diritto alla sua vita, alla normalità. Per essere onesto ha rinunciato a tutto. Ha creduto nello Stato. Oggi lo Stato lo vuole lasciare andare, lo abbandona.” prosegue il portavoce di Unione popolare”.
“È passato tempo, la memoria si allontana – sostiene ancora de Magistris – bisogna rivedere le scorte. Ma la mafia non dimentica, ha memoria lunga, deve colpire i simboli. Però i politici collusi con la mafia lo Stato li protegge senza tempo e non li abbandona mai. Vediamo se il ministro dell’interno che si sta per insediare avrà il pudore di togliere la protezione a Pino Masciari e come lui a tutti quelli che nella vita hanno avuto il coraggio di combattere le mafie, con fatti e non chiacchiere, e che non si sono girati dall’altra parte. Ma la lotta alla mafia e alla corruzione è una priorità della politica e dello Stato? Ho molti dubbi. Io sto con Pino, anche perché continua a girare il Paese per testimoniare nei processi e anche pubblicamente, contro le mafie, invitando la gente a ribellarsi. Pino non mollare”.