Secondo i dati settimanali del ministero della Transizione Ecologica appena pubblicati, il prezzo della benzina in modalità self service sale a 1,660 euro al litro e il gasolio a 1,789 euro al litro.
“Una pessima notizia. Sono i primi effetti del taglio della produzione di 100 mila barili di petrolio al giorno decisa a settembre dai Paesi Opec+. Figurarsi cosa succederà a novembre, quando la riduzione salirà a ben 2 milioni di barili al giorno. Un bel guaio, come è elementare prevedere. E’ in arrivo un novembre nero” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Da quando è iniziata la guerra, nonostante il taglio di 30,5 cent del Governo Draghi, un litro di benzina costa ora solo 19 cent in meno, con una flessione del 10,3%, pari a un risparmio di 9 euro e 51 cent per un pieno da 50 litri, mentre il gasolio resta addirittura a livelli superiori a quelli pre-conflitto del 21 febbraio 2022, quasi 7 cent al litro, +3,9%, pari a 3 euro e 33 cent a rifornimento” prosegue Dona.
“Rispetto all’inizio dell’anno, la benzina è diminuita del 3,5%, pari a 2 euro e 99 cent per un pieno, il gasolio invece è ancora maggiore del 12,8%, oltre 20 cent al litro, 10 euro e 18 cent a rifornimento. Il nuovo Governo e il nuovo Parlamento devono intervenire come da noi proposto da anni, dando una definizione di prezzo anomalo, per bloccare finalmente questa speculazione vergognosa!” conclude Dona.