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‘Ndrangheta in Lombardia, gli inquirenti: “Traffico e basi anche in Svizzera”

Nell’indagine congiunta della Polizia di Stato di Milano e della Gdf di Como che ha portato all’esecuzione di due custodie cautelari (di cui una in carcere a una persona già detenuta per reati di stampo mafioso) è emerso un quadro di malaffare economico che guardava costantemente oltreconfine, in Svizzera. Soprattutto nel Cantone San Gallo, divenuto secondo la Dda di Milano “una vera e propria base logistica per alcuni dei soggetti indagati che vi si erano stabilmente insediati”.

Tanto da convincere gli inquirenti a costituire un pool investigativo comune tra l’autorità giudiziaria Italiana e il ministero pubblico della Confederazione per la Svizzera. Gli indagati, infatti, oltre ad essere attivi “nel tessuto economico e imprenditoriale lombardo” si occupavano di attività più tradizionalmente ‘ndranghetistiche come il traffico di stupefacenti rispetto al quale emergevano “le mire espansionistiche verso la Svizzera”. L’attenzione verso il territorio elvetico era emerso già nel novembre 2021, periodo della prima consistente parte dell’inchiesta, che aveva portato all’arresto di 54 persone indagate per gli stessi reati “nonché per estorsione, ricettazione, riciclaggio e corruzione, e che aveva fatto luce sull’operatività di famiglie di ‘Ndrangheta operanti nelle province di Milano, Como e Varese, nonché sulle loro proiezioni in Svizzera”.

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