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Cure palliative: la terza via tra competenza e compassione. Il 6 maggio evento a Reggio Calabria

“L’incremento progressivo delle malattie croniche ed evolutive, – afferma in una nota la dottoressa Paola Sarranò – Responsabile comunicazione dell’evento
Consulta Diocesana per la Pastorale della Salute con il conseguente aumento della domanda di servizi dedicati alle cure palliative e alla terapia del dolore, impone oggi la diffusione delle conoscenze scientifiche su cui si fondano le due discipline, sinora relegate a strutture specialistiche dedicate come gli Hospice. La presenza di persone affette da malattie inguaribili, a cui dare risposte adeguate in ogni luogo di cura, interpella un numero sempre maggiore di operatori sanitari che desiderano acquisire strumenti conoscitivi da utilizzare quando anche occasionalmente si trovino a dover prestare assistenza a questa tipologia di ammalati.

Con questo intento la Consulta per la pastorale della salute della Diocesi di Reggio – Bova,
accogliendo l’invito del Coordinamento regionale, ha organizzato grazie con l’Ordine delle
professioni Infermieristiche di Reggio Calabria e La Cappellania del GOM un Corso di Formazione che si terrà giorno 6 maggio a Reggio presso la sala Convegni dal titolo
“Le cure palliative: la terza via tra competenza e compassione”.

La Legge 38 del 15 marzo 2010, “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e terapia del dolore”, ha dato inizio ad una rivoluzione culturale in sanità, mettendo in risalto il diritto alle cure globali del paziente inguaribile, adulto e minore, e del suo nucleo familiare, imponendo un modello organizzativo che valica i confini delle singole istituzioni sanitarie a favore dell’integrazione funzionale di servizi e strutture ovunque il malato inguaribile acceda durante il suo percorso di cura.

Le cure palliative rappresentano un modello assistenziale che coniuga competenze scientifiche e tecniche con atteggiamenti improntati all’ascolto e alla compassione. Questo modello avvicina l’operatore sanitario alla persona che chiede qualità di vita, proporzionalità delle cure, dignità e rispetto: può contribuire all’umanizzazione della medicina che, oltre al fare, ritiene ugualmente importante stare accanto alla sofferenza umana, consapevole che il tempo dedicato all’ascolto è tempo di cura”.

“La terapia del Dolore e le Cure Palliative rappresentano – prosegue il dottor Domenico Quattrone – Responsabile scientifico dell’evento Consulta Diocesana per la Pastorale della Saluteun’essenza di civiltà e progresso sanitario e sociale, in egual misura. Entrambe le discipline nascono, nell’accezione più moderna, dai contributi di etica di cura e di evidenze scientifiche, integrate nella buona pratica medica.

Il corso del 6 maggio intende presentare le molteplici conoscenze in tale materia che devono diventare patrimonio comune di tutti gli operatori sanitari e un comune campo di confronto scientifico, organizzativo ed etico.

I pazienti affetti da sindromi dolorose croniche e da patologie evolutive non suscettibili di guarigione, possono e devono essere curati secondo criteri di accesso al servizio sanitario regionale che tengano conto della condizione di cronicità e della disabilità ad essa correlata.

Il modello organizzativo delle cure palliative e terapia del dolore consente una attenta gestione delle risorse sanitarie del Territorio e degli ospedali, poiché garantiscono un equo accesso del paziente ai servizi sanitari. Prima dell’attuazione della Legge 38/2010, i pazienti bisognosi di cure analgesiche o palliative convergevano in maniera indiscriminata negli ospedali, mediante PSG, con eccessivo dispendio di risorse diagnostiche e terapeutiche.

La nascita e la progressiva radicalizzazione nel territorio dei centri di terapia del dolore, hospice e cure palliative, hanno offerto ai cittadini bisognosi la possibilità di un accesso diretto a cure specialistiche e mirate con criteri di accesso preferenziale e differenziato, secondo i principi di appropriatezza ed equità”.

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