Una serata d’eccezione attende gli appassionati di letteratura: venerdì 9 maggio, alle 18.30, gli spazi suggestivi del Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza accoglieranno il nono incontro della Decina 2025 del Premio Sila. Protagonista della serata sarà Sandro Veronesi, due volte vincitore del Premio Strega, che presenterà il suo ultimo romanzo “Settembre nero“, pubblicato da La nave di Teseo.
Un’opera intensa che riporta il lettore nella Versilia del 1972, sulle tracce di un’estate che segnerà per sempre la vita del dodicenne Gigio Bellandi. Un romanzo sul passaggio all’età adulta, sull’amore, sulla scoperta di sé e sul potere salvifico della lingua e della traduzione.
Memoria e crescita
«Nella sua nuova opera – ha dichiarato Gemma Cestari, direttrice del Premio Sila – Veronesi conferma la straordinaria capacità di esplorare l’animo umano attraverso personaggi autentici e indimenticabili. “Settembre nero” è una riflessione profonda sul concetto di trasformazione e sulle cicatrici che, pur segnandoci, possono diventare punti di forza».
La storia di Gigio Bellandi, raccontata dallo stesso protagonista ormai sessantenne, è un viaggio attraverso la memoria che ricostruisce con precisione immagini, odori, colori e suoni di un’estate versiliana del 1972, destinata a cambiare tutto.
Attorno al giovane protagonista ruota una costellazione di personaggi vividi e commoventi: il padre-tritone, la madre-leonessa, la sorellina, lo zio Giotti e Astel Raimondi, la ragazzina che lascerà nel cuore di Gigio il segno indelebile del primo amore.
Con la sua inconfondibile maestria narrativa, Sandro Veronesi esplora il momento della “fioritura” adolescenziale e la sua drammatica interruzione, offrendo al lettore un ritratto commovente della resilienza umana e della capacità di rinascere attraverso il linguaggio e la creatività.
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LA SCHEDA DEL LIBRO
Sandro Veronesi, Settembre nero, La nave di Teseo
Il fiore non sa di essere un fiore finché non fiorisce. Settembre nero racconta la fioritura di un ragazzo di dodici anni, Gigio Bellandi, durante un’estate in Versilia nel 1972: la scoperta della musica, della lettura, dell’inquietudine, del desiderio, dell’amore – e poi di tutto questo l’impensabile, fulminea interruzione. Ricostruisce con plastica precisione le immagini, gli odori, i colori e i suoni che animavano quella vita andata perduta, e con vaghezza, invece, perché subìto senza tante spiegazioni, l’evento irreversibile che la travolge. Intorno a Gigio, vittime e colpevoli mescolati insieme, in una costellazione di personaggi struggenti e indimenticabili: il padre-tritone, la madre-leonessa, l’eroica sorellina e i due principali responsabili del suo improvviso sbocciare: lo zio Giotti, misterioso, timidissimo e purissimo maestro della forza, e Astel Raimondi, la ragazzina dalle treccine “nere come onice nera”, che fa in tempo a marchiarlo col segno indelebile dell’amore. Ma è anche un romanzo sul potere evocativo delle parole – muflone muflone muflone muflone muflone – e su quello seduttivo e salvifico della lingua, perché racconta l’esplosione di un talento puro e sorprendente, anch’esso destinato a durare per sempre: quello per la traduzione. La voce narrante è dello stesso Gigio, dal monte ventoso dei suoi sessant’anni, perché evidentemente ce l’ha fatta a risanare la ferita e ad andare oltre, cioè a “tradurre” alla fine anche se stesso, diventando così l’ultimo degli “eroi normali” tanto cari a Veronesi.
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LA BIOGRAFIA DELL’AUTORE
Sandro Veronesi
Nato a Firenze nel 1959, Sandro Veronesi è uno dei più importanti scrittori italiani contemporanei. Ha vinto due volte il Premio Strega: nel 2006 con “Caos calmo” e nel 2020 con “Il colibrì”, diventando il secondo autore nella storia del premio, dopo Paolo Volponi, a ottenere questo doppio riconoscimento. Tra le sue opere più celebri si ricordano anche “La forza del passato” (2000), “Brucia Troia” (2007) e “Terre rare” (2014). I suoi romanzi sono tradotti in oltre 25 lingue. Oltre all’attività letteraria, ha collaborato con numerose testate giornalistiche e riviste culturali.