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Premiato nella Capitale, delegittimato nella sua città: Fabio Gallo riceve a Roma la “Medaglia d’Oro” Maison des Artistes per “Metaverso Cosenza”

di Roberta Mazzuca – “Si tratta, a questo punto, di testimoniare il vero. Il primo cittadino, il Sindaco, colui che indossa la fascia tricolore, non può mentire. Non può usare la menzogna per supportare un argomento politico, né per togliere una delega. Deve avere degli argomenti veri”. Con queste parole, alla vigilia della premiazione “Medaglia d’Oro” Maison des Artistes di cui ieri è stato insignito, Fabio Gallo parlava ai nostri microfoni, con un senso di grande soddisfazione misto, però, a profonda indignazione. Soddisfazione per il riconoscimento, giunto dalla Capitale, delle attività svolte insieme alla Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” a favore della valorizzazione del patrimonio culturale italiano, calabrese, e cosentino. Indignazione per il trattamento riservatogli, invece, nella sua città dove, oltre ad essere stato privato della delega all’ecosistema digitale della cultura dal sindaco Caruso, ha perfino ricevuto una querela dallo stesso primo cittadino.

All’interno della cornice dell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” , dunque, sullo sfondo del grande murale di Mario Sironi, proprio innanzi alla rappresentazione dell’Italia, tra le arti e le scienze, Fabio Gallo prende parte alla cerimonia di premiazione di tutti coloro che, anche in questo periodo così delicato ed emergenziale, si sono saputi distinguere per il loro contributo civile e culturale.

“Alla Fondazione Culturale ‘Paolo di Tarso’ per la diffusione della Cultura di Pace per mezzo dei lavori insiti nell’arte; per aver trasferito con l’area progetti diretta dal dottor Fabio Gallo, alte competenze al mondo dei giovani ed il metodo riconosciuto di digitalizzazione dei beni culturali e librari antichi, per il diritto allo studio e alla conoscenza e dei processi di comunicazione etica nel mondo della rete, nonché per avere realizzato due autentici capolavori: il museo digitale italiano ‘Italia Excelsa’ e l’ecosistema digitale della cultura dedicato alla città di Cosenza”. Questa lunga motivazione è valsa a Fabio Gallo il prestigioso premio internazionale “Medaglia d’Oro” Maison des Artistes, ritirato ieri a Roma insieme alla presidente della Fondazione Luana Gallo e alla dottoressa Eleonora Cafiero che cura l’organizzazione generale della “Paolo di Tarso”.

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“La decisione del primo cittadino, sollecitata anche da tutti i capigruppo della maggioranza, è scaturita dal comportamento che il signor Fabio Gallo ha tenuto in questi otto mesi di delegato del Sindaco, durante i quali anziché operare a beneficio della comunità cosentina ha sempre preferito solo ed esclusivamente dare vita ad una lunga sequela di critiche gratuite e fuori luogo, spesso su atti e fatti, peraltro, non riconducibili alla responsabilità dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Franz Caruso. Ed, infatti, dalla sua nomina ad oggi, il signor Gallo non ha prodotto una sola idea progettuale, né ha mai lavorato per svolgere la funzione assegnatagli se non, per come egli stesso ha ammesso, per convocare il 13 ottobre scorso gli operatori del Teatro. Non solo, il signor Gallo non ha neanche mai cercato di avere un seppur minimo confronto con l’amministrazione comunale in carica per comprendere le difficoltà in cui la stessa opera quotidianamente, preferendo sempre e comunque la propaganda”. Questa, invece, l’ancor più lunga motivazione con cui il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, aveva giustificato la revoca della delega al suo ormai ex collaboratore.

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Qualcosa stride, nelle due letture, e fa un po’ sorridere la contraddizione, tutta calabrese, tra il riconoscimento che, direttamente dalla Capitale, giunge ad un uomo non solo, ma anche e soprattutto, per il suo operato all’interno della città di Cosenza, e contemporaneamente la delegittimazione da parte del Sindaco di quella stessa città, che lo taccia invece di “non aver prodotto una sola idea progettuale”. Da un lato lo si premia, dall’altro lo si punisce. Da un lato gli si riconosce la valorizzazione della cultura della città di Cosenza, dall’altro si afferma che quella valorizzazione non vi è mai stata. I fatti parlano da soli. L’ecosistema digitale della cultura della città di Cosenza esiste, è stato realizzato in pochissimo tempo, ed è stato presentato all’intera comunità cosentina nella totale assenza delle amministrazioni locali nel corso delle Giornate Europee della Cultura 2022 con il patrocinio del Mic. “Metaverso Cosenza” è una realtà, visionabile da tutti, così come reale è il riconoscimento della sua esistenza e del suo valore che, dalla Capitale, ha risuonato fino in territorio bruzio. Un suono altisonante che, però, porta con sé profonda amarezza e rabbia, nei confronti di un sistema che mette all’angolo chi, concretamente, dà il suo contributo reale e tangibile al miglioramento e alla valorizzazione del proprio territorio. Fabio Gallo era stato delegato a valorizzare la cultura nel territorio cosentino, e portarla al di fuori dei nostri confini. E così è avvenuto. “Metaverso Cosenza” è oggi conosciuto e riconosciuto al di fuori del territorio non solo cosentino, ma anche calabrese, come progetto di valore e pregio. E non può che ritornare, all’indomani di questa premiazione, una sola, unica e incessante domanda: perché a Fabio Gallo è stata revocata la delega?

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Perché il suo operato non è stato riconosciuto nella città in cui più di tutte l’ha realizzato? Di cosa, nello specifico, è stato punito? Che sia stata forse la sua richiesta di operare nella trasparenza e nella chiarezza delle intenzioni?

“Il nostro Metaverso è arrivato all’Università della Sapienza di Roma, ed è stato premiato perché ha una caratteristica fondamentale” – ci dice Gallo. “Noi non trasformiamo la persona in un avatar, come farà ‘Meta’ di Facebook ad esempio, per ricostruire cioè i beni culturali in terza dimensione, con architetture false. Noi mettiamo la persona così com’è, con gli strumenti digitali sempre più innovativi, per vedere e ammirare la nostra tradizione, la nostra identità, e i nostri beni culturali reali”. La riflessione, allora, riguarda forse proprio il senso della città di Cosenza, che “consente anche al suo primo cittadino di scrivere delle menzogne, delle false verità, e rivestire quella falsa verità del valore che ha la fascia tricolore” – afferma Gallo. “Il Sindaco non può dire queste cose, quando ora, addirittura, a premiarci proprio per quello che lui dice che non ho mai fatto, definendolo ‘un autentico capolavoro’, è la Capitale”.

È, allora, giusto, revocare il compito di valorizzare i beni culturali di un territorio, ormai disastrato culturalmente, a un professionista che da quei beni dimenticati ha saputo trarre il meglio, tanto da ottenere un riconoscimento in proposito? O forse, tutta questa vicenda, dimostra ai giovani calabresi e cosentini che, in questa amara terra, competenza e merito non ripagano, e che il silenzio vince su tutto?

 

 

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