Il Dossier Statistico Immigrazione giunge alla sua 34ª edizione, realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con il Centro Studi Confronti e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.
Stamattina è stato presentato presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, ad introdurre il Convegno è stato il Professore Domenico Bilotti (Docente di Diritto ecclesiastico e di Storia del diritto canonico), a presentare i dati del Dossier è stata la Dottoressa Roberta Saladino (Dottore di Ricerca in “Storia Economica, Demografia, Istituzioni e Società nei Paesi del Mediterraneo” e Referente regionale in Calabria per il Centro Studi e Ricerche IDOS).
Dalla presentazione della Dottoressa Saladino emerge che nel 2023 secondo i dati Frontex ci sono stati 385.771 attraversamenti irregolari in UE. In particolare, sono aumentati quelli lungo le rotte del Mediterraneo centrale (+54,1%), orientale (+57,9%) e dell’Africa occidentale (+156,6%).
Secondo l’Agenzia Europea per il controllo delle Frontiere Esterne (FRONTEX) le principali rotte che i rifugiati e migranti percorrono nel tentativo di raggiungere l’Unione Europea sono: 1) la rotta orientale; 2) la rotta balcanica; 3) la rotta atlantica; 4) la rotta del Mar Nero; 5) la rotta del Mediterraneo centrale; 6) la rotta del Mediterraneo orientale; 7) e la rotta del Mediterraneo occidentale.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno Spagnolo la rotta atlantica detta anche delle Canarie (coinvolge lo stretto di Gibilterra, la rotta occidentale dell’Algeria) ha fatto registrare nel 2023 quasi 40.000 arrivi sulle coste dell’arcipelago delle Canarie, facendo registrare un incremento del 154,5%
rispetto al 2022 (15.682). La traversata lungo la rotta atlantica, risulta essere la più pericolosa al mondo per le forti correnti e gli alisei che spirano, varia da 24 ore a oltre 10 giorni, a seconda che si parta da Marocco, Sahara Occidentale, Mauritania, Senegal o Gambia. Spesso avviene che i cayuco che smarriscono la rotta, finendo alla deriva. Tra il 2021 e il 2024, sono stati trovati, infatti, natanti alla deriva sulle coste di Trinidad e Tobago, Brasile e Repubblica Dominicana, con a bordo migranti perlopiù di origine mauritana, senegalese e maliana, tragicamente deceduti a causa di stenti.
Questi venti li ha conosciuti molto bene il navigatore più famoso della Storia, Cristoforo Colombo che proprio il 12 ottobre del 1492 concluse l’impensabile viaggio che svelò agli europei l’esistenza delle Americhe. Dopo 36 giorni di traversata le tre navi (tre caravelle: la Niña, la Pinta e la Santa Maria) sbarcarono sull’isola che Colombo ribattezzò San Salvador, anche se probabilmente ora tale isola fa parte delle Bahamas.
Per quel che concerne le coste italiane secondo i dati del Ministero dell’Interno nel 2023 – si legge nel comunicato stampa dell’UMG – ci sono stati complessivamente 157.651 migranti sbarcati (+ 52.520 rispetto al 2022). Per quel che concerne il 2024, al 18 ottobre si registrano poco più di 55mila migranti sbarcati (55.010), è un calo drastico rispetto ai 144.098 arrivi dello stesso periodo nel 2023.
Secondo i dati provvisori Istat le persone straniere residenti in Italia sono tornate a crescere: sono 5,3 milioni a fine 2023 secondo il dato provvisorio dell’Istat (+166mila in un anno), il 9,0% della popolazione complessiva.
Mentre l’incidenza sul totale dei residenti in Calabria è del 5,6%. La popolazione straniera residenti in Calabria al 31 dicembre 2023 sono 102.408, in aumento di più di 5mila unità rispetto al 2022. La geografia della presenza straniera segue un modello ormai strutturato ha affermato la Dottoressa Saladino: “Se le province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone rappresentano una porta di ingresso europea, è la provincia di Cosenza che gli stranieri eleggono soprattutto come loro residenza (infatti, al 31 dicembre 2023, vi risiedono in più di 36mila), seguita da quelle di Reggio Calabria (30.556), Catanzaro (18.252), Crotone (9.050) e Vibo Valentia (7.684).”.
Nel 2023 la dinamica naturale e migratoria internazionale della popolazione straniera è ampiamente positiva (rispettivamente +557 e +12.625) in Calabria, mentre il saldo migratorio interno è risultato negativo (-2.154). La mobilità residenziale interessa anche la popolazione autoctona, che fa registrare nel 2023 un saldo migratorio interno pari a -7.653 unità. Quest’ultima perde nel 2023 il suo patrimonio demografico non solo a causa della mobilità interna, ma anche per il saldo naturale e per il saldo migratorio con l’estero, entrambi negativi (rispettivamente -8.886 e -2.949), facendo registrare un decremento pari a -13.806 residenti (come se avessimo perso il comune di Amantea che al 1° gennaio 2023 aveva 13.844 abitanti). Se si considera la popolazione complessivamente residente (italiani più stranieri), il decremento è pari a -8.460 (come se si fosse perso il comune di Soverato 8.548), in tal modo la popolazione straniera si conferma importante nel contesto demografico calabrese (e nazionale) poiché aiuta a rallentare l’emorragia demografica in atto su tutto il territorio italiano.
Il calo demografico della popolazione in Calabria si riflette non solo sulla dimensione crescente della popolazione anziana, ma determina effetti anche nell’ambito scolastico, dal momento che una popolazione che fa sempre meno figli innesca dinamiche che, protratte nel tempo, interrompono il ciclo del ricambio generazionale. Nell’a.s. 2022/2023 erano presenti nelle scuole calabresi 266.915 studenti, nell’arco di 11 anni sono “spariti” più di 48mila studenti.