In un libro stuzzicante e appetitoso Dino Petralia svela “segreti” e peculiarità della nostra lingua. Prima uscita alla Fiera di Torino con Zagrebelsky e Malaguti
Ma è davvero bello l’italiano!
Gli aggettivi (di segno positivo) mai come in questo caso sono giustificati. Funzionali ad una corretta ed esauriente descrizione delle caratteristiche di “Grammatica emozionale – viaggio dentro le parole”, appena pubblicato dal magistrato (da poco in pensione) Dino Petralia per i tipi di Luigi Pellegrini e piacevolmente accolto da studiosi ed esegeti della nostra lingua. Incuriositi e, via via, ammirati dalla capacità dell’autore di muoversi con leggerezza tra i meandri dello strumento principe con cui quotidianamente comunichiamo, regoliamo conoscenze, contatti, rapporti, relazioni in ogni dove.
Un giudizio che fa il paio con quanto Arnaldo Colasanti, tra i maggiori critici letterari del nostro tempo, scrive nella prefazione al libro, definendolo significativamente “una cuccagna”: un modo efficace per sottolineare i meriti dell’autore e della sua “invidiabile” – il termine è di Colasanti – Grammatica emozionale nella quale svetta “proprio la geniale noncuranza con cui lui si mette a rendere sonoro l’ordine del linguaggio attraverso la teatralità enunciativa di tutte le soggettività parlanti, come se la lingua fosse messa sul palcoscenico della chiacchiera umana, dove i suoni friggono, anzi ciangolano e spettegolano e dicono la propria, in un gustoso autoritratto che vale sì l’atto di non prendersi sul serio, ma anche la più fervida ammissione del fatto che l’unica virtù morale della vita sia sempre dire le cose serie ridendo”.
Il risultato della divertente ed insolita circumnavigazione del nostro idioma di cui l’autore s’è reso protagonista con Grammatica emozionale (che vanta anche le postfazioni di Alessandro Bergonzoni e Sarantis Thanopulos) è effettivamente sorprendente. Al punto che il lettore, dopo aver percorso velocemente le poco più di centocinquanta pagine del libro e superato “indenne”, quasi senza accorgersene, i brevi ma intensi “incontri ravvicinati” dedicati da Petralia a ciò che siamo soliti considerare, nel migliore dei casi, ostico e noioso, è costretto a ricredersi. Scoprendo intanto che l’italiano è una lingua (non semplice, ma) davvero bella e piacevole. Poi che, oggi, grazie a Dino Petralia e alla sua Grammatica emozionale, articoli, preposizioni, nomi, verbi, aggettivi, pronomi, avverbi, congiunzioni, interiezioni, punteggiatura, sono diversi – o forse ci appaiono finalmente nel modo giusto – da come siamo abituati a considerarli. Infine, che con essi possiamo e dobbiamo stabilire un corretto rapporto, imparando a rispettarne il “carattere” e l’”anima”.
Petralia e la sua Grammatica emozionale debutteranno alla prossima Fiera del Libro di Torino (il cui tema quest’anno è “Le parole tra noi leggere), dove promettono scintille. Per il particolare e accattivante contenuto che l’autore, “semplice fruitore di parole, ma che dalle parole è attratto e con le parole si diverte”, ha saputo creare. E per gli illustri ospiti – il giurista Vladimiro Zagrebelsky e il direttore de “La Stampa” Andrea Malaguti – che, nella sala “Granata”, spiegheranno perché quest’opera di Petralia è importante e le ragioni che lasciano prefigurare un’accoglienza calorosa di questo libro da parte dei lettori e, per ovvie ragioni, nella scuola.