I sistemi di comunicazione si sono radicalmente evoluti nel corso degli ultimi due secoli; tecnologie e sistemi sono profondamente cambiati, soprattutto dopo la rivoluzione digitale. Talvolta, però, soluzioni apparentemente obsolete sono sopravvissute, adeguandosi alle moderne esigenze degli utenti; è il caso, ad esempio, del telegramma: pur essendo un prodotto postale utilizzato in poche e selezionate circostanze, in Italia molto più che altrove, si è ‘trasformato’ in risorsa digitale. Il servizio, infatti, oggi viene offerto sia da Poste Italiane sia da portali specializzati come Ivisura in formato completamente telematico, senza quindi il bisogno di ricorrere al supporto cartaceo da parte del mittente. Si tratta dell’ultimo stadio di un peculiare processo di evoluzione del telegramma, durato circa duecento anni.
La nascita del telegrafo elettrico
I primi tentativi di realizzare un sistema di comunicazione e trasmissione a distanza tramite telegrafo risalgono alla metà del Settecento; ciò nonostante, è solo nel corso del secolo successivo che tale tecnologia verrà implementata in maniera effettiva ed efficace.
I primi apparecchi elettrostatici vennero ben presto abbandonati in favore dei più moderni sistemi elettromagnetici; negli anni Trenta dell’Ottocento fu realizzata la prima linea telegrafica funzionante, in grado di mettere in comunicazione l’Osservatorio di Gottingen con la sede dell’Istituto di Fisica, distante circa 1 km.
Il primo telegrafo commerciale viene brevettato nel 1837 in Inghilterra da William Cooke e Charles Wheatstone; due anni dopo venne implementato un sistema telegrafico a cinque fili in grado di coprire la distanza record (per l’epoca) di 21 km, tra West Drayton e la stazione ferroviaria di Paddington di Londra.
Il telegrafo di Morse
Quasi tutti i telegrafi sviluppati nei primi decenni dell’Ottocento utilizzavano più di un cavo per la trasmissione del segnale; Samuel Morse e Alfred Vail furono i primi a mettere a punto un sistema a cavo singolo che, ben presto, sarebbe diventato il celebre Codice Morse. Già nel 1844 il telegrafo di Morse metteva in comunicazione Baltimora con Washington e, dopo poco meno di vent’anni, i collegamenti telegrafici erano in grado di unire la Costa Est con la Costa Ovest degli Stati Uniti. Anche il telegrafo di Cooke e Wheatstone, a seguito di una serie di migliorie, si trasformò in una sistema a cavo singolo ma necessitava comunque di un codice proprio per poter trasmettere.
Il codice Morse conobbe ben presto un assoluto successo internazionale; venne adottato come sistema telegrafico standard dell’Europa continentale già nel 1851, a seguito di una leggera revisione del codice, dal quale poi venne derivato il Codice Morse Internazionale. Il sistema approntato da Cooke e Wheatstone, invece, rimaste in uso in Inghilterra e nei territori dell’Impero Britannico fino alla fine degli anni Trenta del Novecento.
Il declino del telegramma
A partire dal secondo Dopoguerra, complice la progressiva e capillare diffusione del telefono, il telegramma divenne un mezzo di comunicazione piuttosto obsoleto. Da questo punto di vista, l’Italia rappresenta una delle poche eccezioni, dal momento che, seppur per brevi comunicazioni e in ambiti piuttosto limitati, le comunicazioni telegrafiche sono rimaste piuttosto diffuse nell’uso comune. Vengono impiegate principalmente per inviare messaggi di congratulazioni, auguri o condoglianze, spesso per raggiungere parenti o conoscenti lontani di cui si conosce il domicilio ma non si hanno altri contatti. In aggiunta, il telegramma viene ancora oggi impiegato – seppur integrato con tecnologie più moderne – per inoltrare le comunicazioni ufficiali ai membri del Parlamento.
Nel resto del mondo, l’avanzamento di nuove tecnologie ha soppiantato in maniera pressoché definitiva l’uso delle comunicazioni telegrafiche; già negli anni Settanta, il telex e il fax assolvevano la stessa funzione, ma in maniera più veloce. Successivamente, l’avvento della posta elettronica e altri sistemi di messaggistica più ‘agili’ hanno relegato il telegramma ad utilizzi di nicchia, inclusi alcuni impieghi nella pubblica amministrazione.