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È di Syria Colaccino della 4M del Polo Tecnologico Rambaldi di Lamezia Terme l’idea vincitrice del concorso “Un logo per Demetra”

Un logo condiviso, maturato in una relazione trasversale e di riflessione e professionalità che ha messo a lavoro 22 studenti e studentesse di tre Istituti superiori e il Centro antiviolenza di Lamezia, che il 24 marzo scorso ha lanciato il concorso di idee “Un logo per Demetra”.

Tutte le proposte sono state presentate nella Sala Napolitano del Comune di Lamezia. Presenti le classi  IV A del Liceo Francesco Fiorentino di Lamezia (indirizzo artistico) con la referente interna prof.ssa Stefania Giampà; la IV M dell’IIS Polo Tecnologico “Rambaldi” di Lamezia Terme accompagnati dalla professoressa Caterina Ruffa e seguiti nel lavoro dalla professoressa Annamaria Napoli, le IV E e IV H dell’Istituto Istruzione Superiore “L. Costanzo” di Soveria Mannelli con i professori Rachele Mastroianni e Nicola Torchia.

La scelta è caduta sull’ elaborato di Syria Colaccino studentessa della IV M del Polo tecnologico Rambaldi di Lamezia.  Partita dai punti fondamentali e dalla conoscenza delle attività del CAV ha impiantato la sua  progettazione del logo «Valutando con attenzione tutti gli elementi caratterizzanti di DEMETRA – ha raccontato Syria Colaccino, nel presentare l’elaborato – ho focalizzato la mia attenzione sul discorso principale, ovvero la “violenza”, che ho voluto rappresentare graficamente con il viso di un uomo che sfiora dolcemente il viso di una donna.
Questo perché il mio intento è quello di far capire che le donne devono essere amate. In realtà il centro non da accoglienza solo alle donne ma anche agli uomini, – ha continuato –  quindi il mio logo ha doppia leggibilità, quello infatti che rappresenta è l’amore in generale.
Per quanto riguarda i colori – ha concluso – della parte grafica ho utilizzato il semplice segno di
colore nero e l’unico tocco di colore, un rosso scuro, lo troviamo nel payoff “centro antiviolenza”, il rosso ha doppio significato, allude infatti sia al sangue e alla violenza, ma è anche il colore di Marte, il dio della forza combattiva, e quindi rappresenta forza vitale, quindi la capacità di riscattarsi dalla violenza».

E’ stata una mattinata di confronto sociale su temi dal grande impatto quali sono la violenza di genere e il cyberbullismo, sui quali ci si è soffermati e sui quali si è messo un tassello in più rispetto al più comune modus operandi, con il quale sovente l’argomento entra nel dibattito tra generazioni.

«Questo logo, questa identità visiva che oggi scegliamo come nostra immagine rappresentativa è anche vostra» – ha detto Francesca Fiorentino -. «Così come il CAV è patrimonio sociale della città e del territorio» – ha ribadito Caterina Ermio, entrambe componenti del CAV Demetra.

«Questo premio lo dedichiamo al nostro tecnico di laboratorio Fabio Mancuso, – ha detto la professoressa Caterina Ruffa che ha accompagnato la classe del Rambaldi all’ evento – mancato improvvisamente pochi giorni fa».

«Tutti gli elaborati si sono distinti per passione e competenza, per l’ attenzione che traspare da ogni singolo lavoro e per i dettagli non scontati dal punto di vista tecnico e dell’impatto visivo ma anche della contemporaneità». – Hanno dichiarato unitamente Francesco Biacca, Pierluigi Fragale e Maria Pia Tucci, che hanno valutato tutti gli elaborati pervenuti e che saranno esposti in modo permanente nella sede del CAV Demetra.

«Un plauso per tutto il percorso seguito, per l’idea e per come è stata messa in campo – è stata la chiusa del primo cittadino, Paolo Mascaro –.  Per la passione, l’attenzione  e l’emozione che ho letto nei volti di tutti questi giovani che stamattina sono qui. Il Centro antiviolenza – ha sottolineato Mascaro – è nato da una volontà e da una formula unica in e fuori regione – che ha messo insieme, da principio, l’Istituzione Comune e le associazioni impegnate socialmente nel nostro territorio e che anche con questa iniziativa dimostra di mantenere fede a quell’ impianto iniziale di bene comune di un servizio per e con la collettività».

Particolare emozione è stata avere nel pubblico la Professoressa Rosa Andricciola, che dodici anni fa fece nascere, per come oggi lo conosciamo, il CAV Demetra di Lamezia Terme.

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