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Giornata del Ricordo: l’associazione “10 febbraio” commemora vittime delle Foibe a Lamezia Terme

“Nella Giornata del Ricordo l’associazione 10 febbraio ha commemorato le vittime delle foibe in Calabria nella città di Lamezia Terme proprio nella via intitolata ai martiri di quell’eccidio. Lo ha fatto con la deposizione di un mazzo di fiori accompagnato dallo sventolio di bandiere tricolori.

Quello delle foibe fu una sorta di giustizialismo ideologico scaturito da tumulti di odio che sfociarono tutti in una cruenta pulizia etnica portata avanti dai comunisti slavi guidati dal maresciallo Tito nei confronti degli italiani. Una pagina triste, tragica e crudele della storia europea, tenuta occultata per oltre mezzo secolo e ancora oggi si fa fatica nel farla entrare di diritto nella memoria storica e condivisa  del nostro Paese.

Non si trattò, come qualcuno ha voluto erroneamente voler far credere, ad una caccia al fascista, perché vittime di quell’orrore furono tutti, anche sacerdoti, la loro unica colpa agli occhi dei boia, quella di essere italiani.  Ancora oggi il numero dei morti è imprecisato e va comunque considerato per difetto visto che ci sono cavità carsiche naturali ancora inesplorate da cui potrebbero essere riesumanti altri corpi.

Altra povera gente colpita da quell’odio titino furono anche gli oltre 350 mila sfollati , istriani, dalmati e fiumani, costretti a lasciare le proprie case per divenire esuli  e perseguitati dall’odio comunista. La coscienza nazionale di un Paese che si possa definire civile, deve accompagnarsi al coraggio di avere una onestà morale ed intellettuale in grado di far comprendere alle generazioni dei più giovani, specie degli studenti, che qualunque persona uccisa per odio razziale, religioso o politico, rientra nell’effettivo crimine contro l’umanità.

Non possono e non potranno mai  esistere eccidi di serie A e di serie B, con verità spesso infoibate è il caso di dire, per troppi anni, come è stato per questi martiri , nostri connazionali che oggi noi ricordiamo”.

Così in una nota l’Associazione 10 febbraio.

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