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Reggio, Ancora Italia: “Città governata con il ‘metodo Miramare’, utilizzo del potere secondo una cultura amicale”

A seguito della sentenza Miramare, abbiamo assistito tanto rumore, dichiarazioni dalle parti più disparate, con un approccio più da tifoserie, più da Guelfi e Ghibellini che mossi da razionalità e valori morali, uno spettacolo patetico ai limiti dell´assurdo.

Non entriamo nel merito della vicenda giudiziaria, essendo competenza della Magistratura, entriamo nel merito della parte politica e preoccupa l’isterismo che i rappresentanti politici, ‘urbani’ e non, hanno palesato nelle loro dichiarazioni a fronte del nulla di fatto nell’agire.

Il ‘fenomeno’ Miramare, al di della condanna di 4 amici di merende, probabilmente scappati di casa, i quali credevano di giocare con il giocattolo della cosa pubblica, è sintomo di un modo di gestire la città: utilizzare il potere secondo una cultura ‘comparale/amicale. È un amico e merita attenzione; non esiste il senso civico della regola, ma il rapporto amicale. un metodo di esercitare il potere, si fanno le cose per amicizia (la pulizia del quartiere, la riparazione della buca, il concorso, l´appalto, il Voto e cosí via), i diritti trovano tutela solo se si trovano sotto l´alveo amicale.

Il metodo Miramare mette in evidenza quella subcultura che caratterizza il tessuto politico e sociale della città, sorprende il fatto che abbia attecchito su giovani figli della borghesia reggina (liceo, laurea, ecc.), aspettavamo da loro, così come paventavano nel 2014, una ‘primavera non solo politica, ma soprattutto culturale. Ed invece no, sono caduti vittime della loro infantile bramosia, della loro inesperienza ed ingenuità, il tutto degenerato in arroganza, protervia e delirio.

Abbiamo altri esempi delle metastasi che oggi affliggono Palazzo San Giorgio e Palazzo Alvaro (Brogli elettorali, bilanci taroccati, assunzioni con graduatorie di idoneità, mobilità interna, Graffiti senza determina, affidamenti diretti, parentopoli palese od occulta), tutte frutto del metodo non civile.

Se non interveniamo prima sulla evoluzione culturale è impossibile che la politica possa migliorare, e le responsabilità del disastro reggino, non sono imputabili solo alla politica, del ‘metodo Miramare’ è intrisa gran parte della società civile, dell´imprenditoria locale delle istituzioni che dovrebbero controllare e garantire. Si può avviare un processo di evoluzione culturale e politica solo se la parte buona della Comunità reggina decide di partecipare attivamente alla costruzione di nuovi basi culturali, politiche ed amministrative, altrimenti subiremo sempre il ‘metodo Miramare’.

Chi oggi invoca le dimissioni spontanee appare un sognatore o un delirante, non lo faranno mai, troppi sono gli interessi in ballo, solo attraverso una presa di coscienza popolare ed una relativa energica pressione le cose potranno cambiare. La Politica in questo processo ha un ruolo determinante che deve tornare a svolgere senza ambiguità”.

E’ quanto si legge in una nota del coordinatore regione di “Ancora Italia”, Giuseppe Modafferi.

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