“La verità non muore mai” - Seneca
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Cosenza, la memoria di Ernesto d’Ippolito consegnata alla storia della città con l’intitolazione alla sua figura dell’ex via Luigi Miceli. Il sindaco Caruso: “Ha lasciato un segno profondo nella nostra comunità”

E’ stata intitolata ieri sera alla memoria di Ernesto d’Ippolito il tratto di strada dell’ex via Luigi Miceli, compreso tra Corso Mazzini (all’altezza di Salita Pagliaro) e via Roma, dove aveva sede lo storico studio legale dell’illustre penalista e principe del Foro cosentino. Nel corso del suo intervento il sindaco Franz Caruso ha tenuto a ricordare anche la donna che ha accompagnato la vita dell’avv. D’Ippolito, donna Chiara, esprimendo dolore e rammarico per la sua recente scomparsa “perché – ha detto – avevamo pensato di fare questa inaugurazione già da tempo e duole non averlo fatto perché l’avevamo concordata proprio con donna Chiara, che oggi non né più tra noi. Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna e quanti hanno frequentato lo studio e la casa di Ernesto d’Ippolito sanno bene quanto sia stata grande donna Chiara, che è stata un faro per il marito e, tramite, lui anche per noi praticanti del suo studio”. Franz Caruso si è, quindi, soffermato sul prestigio che ha rappresentato lo studio di Ernesto d’Ippolito “che – ha affermato – è stata una scuola per tanti giovani professionisti, oggi avvocati di riferimento di questa città. Io ho avuto l’onore di essere nel suo studio giovanissimo, prima di laurearmi, ed ho frequentato anche la sua casa”.
“La intitolazione a cui stiamo dando vita – ha proseguito Franz Caruso – è un evento dato dal prestigio e dalla levatura dell’uomo che stiamo ricordando, che ha lasciato un segno profondo nella nostra comunità, della quale ha contribuito alla crescita attraverso la sua azione di professionista, di politico, di uomo delle istituzioni.  Ernesto d’Ippolito è stato un punto di riferimento non solo per noi che abbiamo avuto l’onore di frequentare il suo studio e la sua casa, ma per tante altre generazioni che hanno avuto la fortuna anche solo di poterlo incrociare. Il solo riuscire a fermarsi con lui per ascoltarlo era un arricchimento della persona perché era un uomo colto. Colto, non erudito, perché d’Ippolito qualunque tema affrontasse lo argomentava in maniera approfondita. Nel consiglio comunale di Cosenza ha lasciato il segno con interventi memorabili, sempre puntuali, sempre sul pezzo, sempre propositivi per la città. Il suo animo liberale poi si estendeva dalla istituzione comunale alle altre dove la fratellanza, la solidarietà, faceva il paio con un profondo impegno per quello che erano i bisogni degli altri”. Il Primo cittadino ha tenuto, poi, a riconoscere l’impegno di tanti consiglieri comunali che hanno sollecitato il completamento dell’iter di intitolazione iniziato in precedenza e ” che – ha detto-  ho condiviso e portato a compimento. Anche questo fatto  risulta significativo ed offre la dimensione straordinaria di Ernesto d’Ippolito che ha unito e non diviso la città nel giudizio unanime che si aveva e si ha della sua figura. Ritengo, dunque, che il messaggio più bello che ci ha lasciato  in eredità sia proprio questo: la cultura unisce, non divide”.
 “Ernesto d’Ippolito – ha concluso Franz Caruso – è stato un uomo molto   rigoroso ma al contempo assai generoso. Non teneva per sé la sua cultura, ma la metteva a disposizione degli altri.  Soprattutto la metteva a disposizione di quell’impegno civico che gli era proprio e di cui mi sono onorato di essere parte, pur essendo  io socialista, cosa che   non vedeva di buon occhio, ma mi apprezzava molto. Lui era un liberale ma, con verità,  oltre ad averlo avuto come Maestro, è stato anche un mio sostenitore politico e questo rappresenta per me un grande onore”. La cerimonia di intitolazione, si era aperta con il saluto assai emozionato della signora Marilù Sprovieri, sorella di donna Chiara che con non poca emozione ha ringraziato tutta la città di Cosenza “nella persona del primo cittadino Franz Caruso – ha affermato – nonché la commissione per la toponomastica che ha scelto di assegnare ad Ernesto una strada”. Stessa emozione per il nipote, il consigliere comunale Giuseppe d’Ippolito, che ha voluto soffermarsi sui ricordi legati alla famiglia.
“In questi giorni – ha detto – mi sono interrogato molto su quello che potevano essere le parole che avrei potuto dire questa sera e credo che la questione personale, familiare, quella che mi fa essere presente qui oggi, è quella che più di tutti va ricordata anche perché  i suoi successi, i suoi meriti, i suoi titoli conquistati sul campo li conosciamo tutti. Ma ognuno di noi, sono sicuro, conserva una battuta, una frase e forse anche la cazziata, che faceva solo quando si era nel suo cuore. Io ne conservo tante di cazziate. In questi giorni ho riletto alcune delle lettere che mi ha scritto, in particolare quella di quando sono stato eletto per la prima volta consigliere comunale. Con voi  voglio condividere una frase in essa contenuta  che era anche  il suo motto: onorare sempre questa città, questo ruolo  e, soprattutto, cercare di dare un contributo per la crescita della nostra comunità”.
Non è mancato il ricordo del presidente dell’ordine degli avvocati di Cosenza, Claudio De Luca, che ha voluto ringraziare l’amministrazione comunale di Cosenza “che – ha affermato – ha consegnato ad imperitura memoria uno dei nostri migliori avvocati. L’esigenza di consegnare alla toponomastica cittadina Ernesto d’Ippolito è data dalla centralità della sua figura nell’avvocatura. Egli  ha conferito alla professione forense una forte dimensione culturale fondata sui valori dell’illuminismo. Ha avuto una vita piena Ernesto d’Ippolito, strenuo ed appassionato l’impegno come presidente dell’Accademia cosentina e come animatore  dei migliori valori laici  della Massoneria universale.  Soprattutto  è stato  Maestro di molte generazioni di avvocati. Un maestro raffinato per vocazione, di “generatore di coscienza” come lo intendeva Seneca nelle sue lettere a Lucilio, che lui molto amava ed a cui piaceva imparare per insegnare”. L’ex procuratore Mario Spagnuolo ne ha rappresentato l’uomo in un ricordo del tutto personale. “Questa città  – ha concluso Mario Spagnuolo – è quella che è grazie anche all’arroganza intellettuale  di persone come Ernesto d’Ippolito, che hanno saputo vedere, con lungimiranza,  quello che poteva essere il futuro di Cosenza. Oggi lo rimpiangiamo anche perché non vediamo altri della sua  stessa levatura”.
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