“L’assoluzione di Mario Occhiuto resa definitiva dalla Cassazione era scontata. Mario è un uomo perbene e dal punto di vista personale è amato tantissimo, per la sua empatia e il suo galantomismo”.
Lo afferma il deputato di FdI, Alfredo Antoniozzi.
“Noi siamo all’opposizione – aggiunge Antoniozzi parlando della città di Cosenza – ma non strilliamo. I nostri consiglieri comunali sono un esempio di positività e propositività. I fondi Cis stanno dando risultati per il centro storico . E’ un percorso avviato anni fa che procede positivamente e registriamo interventi migliorativi importanti per il nostro bellissimo centro storico. Non possiamo essere perennemente in campagna elettorale anche se si vota a Rende, che è una città contermine”.
In riferimento a Rende, l’esponente di FdI, si dice “fiducioso. I partiti a livello regionale hanno scelto un candidato a sindaco credibile e il centrodestra è unito e vuole proporsi come forza di governo. Sarà una sfida appassionante in una città colta e prestigiosa e in queste sfide i cittadini partono sempre dalla scelta del sindaco”, mentre sulla città unica, Antoniozzi afferma che, “è stato giusto crederci e impegnarsi. In ogni caso, il prossimo sindaco di Rende dovrà lavorare insieme a Caruso per realizzare progetti condivisi sul piano urbanistico e sociale. Si vota per eleggere i sindaci, non per altro, e nessuna elezione è scontata. In politica non si possono fare previsioni a lunga gittata ma si deve ascoltare il territorio e lavorare collegialmente. Certo, il centrodestra deve ambire a vincere nei grandi e nei piccoli comuni non per antitesi ma cercando di essere credibile. L’umiltà è la prima qualità per vincere “.
Antoniozzi, infine, rivolge, “un augurio sincero a Nicola Irto che sarà riconfermato segretario regionale del Pd. Gli avversari si rispettano e non si demonizzano ma ad Irto ripropongo l’invito al dialogo sulle grandi questioni che riguardano tutti i cittadini. L’italia e la Calabria hanno bisogno di una sinistra riformista che sia alternativa credibile a noi e non di un massimalismo che non funziona”.